Molte donne sono state convinte di non essere più indispensabili per il loro neonato, il latte vaccino trattato avrebbe fatto crescere sano e robusto il lbambino. Così sono nate le industrie che si sono arricchite vendendo tonnellate di latte artificale in polvere pubblicizzato come migliore di quello della mamma
“L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unicef raccomandano, per la salute di tutti i bambini, l’allattamento esclusivo (che consiste in solo latte materno senza aggiunte di acqua, o altri alimenti) fino ai sei mesi compiuti”
La deviazione attraverso le pubblicità ingannevoli a favore di un alimento artificiale
Già dalla fine del 1800 con l’avvento delle industrie e l’aumento per necessità del lavoro femminile nei paesi industrializzati, con le scoperte scientifiche, la nuova medicina, la pediatria, la pedagogia, la psicologia, si è messo in moto un meccanismo tale per cui tutto ciò che era nuovo, che era “fabbricato” modificato, industriale, veniva apprezzato come qualcosa che potesse migliorare la vita della società intera.
Molte donne sono state convinte di non essere più indispensabili per il loro neonato, dal momento che loro sarebbero state assenti per molte ore e che un nuovo alimento addirittura superiore al loro latte avrebbe fatto crescere sano e robusto il loro bambino. Questo alimento era il latte vaccino trattato.
Così sono nate le industrie che producevano latte artificiale e altri alimenti per l’infanzia che si sono arricchite vendendo tonnellate di latte in polvere dalla fine del 1800 fino ai giorni nostri.
Le pubblicità ingannevoli mostravano con bambini paffuti e sorridenti la normalità di alimentare un neonato con un biberon pieno di latte artificiale, le informazioni sulla “bontà” di questo latte artificiale (non umano) venivano date sempre dagli informatori scientifici delle case produttrici ai pediatri che poco conoscevano sull’allattamento, vedendo sempre meno donne allattare, soprattutto nelle grandi città.
Latte artificiale per tutti!
Il latte artificiale è diventato con il tempo non più un surrogato del latte materno, una “protesi” là dove poteva esserci la rara impossibilità di essere allattati dalla propria madre ma è diventato un’alternativa messa sullo stesso piano nutrizionale del latte materno se non addirittura ritenuta da alcuni superiore. Così il latte industriale è passato dall’armadietto dei medicinali alla credenza della cucina nonostante l’alimento perfetto in tutti i suoi componenti per tutti i bambini sia il latte della propria madre che è il cibo biologico per eccellenza che lo proteggerà e lo preparerà ad accogliere nella forma migliore altri alimenti ma al momento opportuno.
Ma il latte materno è migliore !
Facendo molti studi sul latte umano, in principio solo per cercare di conoscere la sua composizione per poterlo imitare, i ricercatori si sono accorti delle sue proprietà incredibili e di come il latte materno protegga i bambini contro tantissime gravi patologie, grazie agli anticorpi e ai numerosi componenti attivi con effetti a breve, medio e lungo termine. Infatti gli effetti protettivi dati dai preziosi componenti del latte materno proseguiranno nell’organismo del bambino anche dopo l’allattamento, proteggendolo da gravi forme di infezioni, rischio di obesità, diabete di tipo II, celiachia e altre gravi patologie fino a quando sarà un adulto.
Allattare al seno è normale: non allattare è rischioso !
Nella nostra società è prevalente una cultura che non favorisce l’allattamento materno perché le scelte culturali di una società condizionano i comportamenti e le scelte delle madri, portano ad adottare questi comportamenti valorizzati dalla società cui si appartiene.
Anche se si afferma che allattare al seno è meglio, molti affermano che il latte industriale sia una soluzione alternativa sana e priva di pericoli per i nostri bambini.
Allora è preferibile non dire che allattare al seno è meglio, piuttosto che è normale, assolutamente normale mentre non allattare è rischioso. Ma si preferisce non insistere su questo per non far sentire in colpa la mamma che non è riuscita ad allattare. Certo le intenzioni sono positive credendo di non far sentire in colpa le mamme che non allattano ma … se si dicesse che non è vero che il fumo fa davvero male? Se si dicesse che non è pericoloso non usare le le cinture di sicurezza? Che va bene ugualmente andare in moto senza casco? O che mangiare tantissimi grassi saturi non favorisce le malattie cardiovascolari?
I consigli e le informazioni errate sull’ allattamento materno
Si potrebbe pensare che una mamma non è riuscita ad allattare perché “non aveva il latte” oppure perché aveva le ragadi, o perché il bambino non succhiava, dormiva sempre, non cresceva, piangeva spesso, prendeva le aggiunte, era sempre affamato ed altri validi motivi.
Questo può succedere perché si pensa che l’allattamento al seno non sempre funzioni, che sia difficile riuscirci, che se l’allattamento si presenta con qualche problema non si può far nulla ma si pensa questo quando manca la conoscenza della normale fisiologia dell’allattamento e della capacità della mamma di produrre latte per il suo, o per i suoi, bambini.
Mancano le informazioni su come funziona l’allattamento e addirittura vengono dati falsi consigli…
…che lo ostacolano e creano aspettative diverse dalla norma anche sui ritmi con cui il bambino dovrebbe nutrirsi e intervallare le poppate, su quanto latte prendere, quando dormire, quando mangiare ed altro ancora.
Se una mamma sceglie autonomamente e consapevolmente, per vari motivi, di non allattare di solito non si sente in colpa per la scelta fatta ma spesso la mamma che si sente più in colpa è quella che avrebbe voluto allattare ma non ci è riuscita perché non aveva le corrette informazioni per iniziare o proseguire il suo allattamento.
Ma non è possibile, per evitare infondati sensi di colpa far credere a lei e a nuove altre madri o future madri che non è poi così importante allattare e per il suo bambino ricevere il suo latte e che il latte industriale va bene ugualmente.
Il vero compito degli operatori della salute
Gli operatori della salute hanno la responsabilità di conoscere la fisiologia dell’allattamento per fornire alla donna che avrà un bambino tutte le informazioni necessarie per poter nutrire al seno il proprio figlio e farle sapere a chi rivolgersi in caso di eventuali difficoltà senza dover interrompere l’allattamento e ricorrere all’alimentazione artificiale.
Raramente una donna non è in grado di allattare, se questo accade il più delle volte è per disinformazione data dall’ignoranza sull’argomento di chi le dà consigli.
Se la mamma decide di sua volontà di non allattare lo farà con consapevolezza se sarà stata messa al corrente sui rischi di non allattare sia per lei che per bambino.
L’allattamento al seno esiste dall’inizio della nostra specie ma con la sempre più vasta medicalizzazione di una funzione naturale e fisiologica come il parto e la nutrizione dei piccoli nati, si è andata rispettando sempre meno la fisiologia rendendo l’allattamento complicato e soltanto una fortuna la sua riuscita e dimenticando che oltretutto il latte materno non costa un soldo ma anzi fa risparmiare i genitori e l’intera società dovendo ricorrere meno alle cure mediche in età infantile.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unicef raccomandano, per la salute di tutti i bambini, l’allattamento esclusivo (che consiste in solo latte materno senza aggiunte di acqua, o altri alimenti) fino ai sei mesi compiuti e in seguito l’introduzione graduale di altri alimenti complementari senza che questi sostituiscano ma integrino il latte materno che dovrebbe restare l’alimento principale fino al primo anno di vita e che l’allattamento continui, con l’introduzione degli alimenti, fino almeno ai due anni di età del bambino e anche oltre fino a che mamma e bambino lo desiderino.
Il saggio dice
“Un’alimentazione sana parte quindi dal primo giorno e l’ideale è che possa proseguire con un’alimentazione responsabile per tutta la vita.”