Quello della prostatite e dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB) è un problema sempre più diffuso, infatti, dopo  i 50 anni, oltre il 40% degli uomini soffre problemi alle vie urinarie riconducibili a tale patologia. Spesso l’infiammazione della prostata è determinata dal passaggio di microrganismi patogeni  dall’intestino.

In caso di ipertrofia prostatica è fondamentale, quindi, la salute intestinale: in presenza di stitichezza, diarrea o colon irritabile la prostata ne risente. È importante sottolineare che la circolazione sanguigna della prostata è strettamente interconnessa con quella dell’ultimo tratto dell’intestino attraverso le vene emorroidarie.

Quindi le alterazioni a livello rettale, per esempio l’irritazione intestinale o il ristagno delle feci, possono avere ripercussioni anche a livello prostatico.

Le cause della prostatite

La prostatite è una condizione che può essere causata da particolari microrganismi, in genere  batteri e, in rarissimi casi, virus oppure protozoi (organismi unicellulari).

I batteri più spesso coinvolti sono: Escherichia coli, Neisseria gonorrhoeae, Chlamydia trachomatis, Mycoplasma hominis, Ureaplasma urealyticum e lo Streptococcus faecalis.

Il virus che più di frequente può provocare una prostatite è il Papillomavirus umano, mentre tra i protozoi, quello che si riscontra maggiormente è il Trichomonas vaginalis.

Tra le varie cause di prostatite c’è anche uno stile di vita scorretto, per esempio:

abitudini sedentarie, una vita sessuale irregolare, l’abuso di cibi speziati e di bevande alcoliche.

Anche alterazioni anatomiche, come un restringimento del diametro dell’uretra, tipico dell’ipertrofia prostatica, o una ridotta elasticità del collo della vescica, possono determinare un reflusso di urina dall’uretra alla prostata e provocarne l’infiammazione.

Infine l’infiammazione della prostata può comparire come conseguenza dell’inserimento di un catetere vescicale.

I sintomi della prostatite

I sintomi, definiti LUTS (Lower Urinary Tract Symtoms), sono:

  1. aumentata frequenza, notturna o diurna, delle minzioni
  2. getto debole e difficolta ad urinare
  3. sensazione di svuotamento urinario incompleto
  4. necessità di urinare impellente
  5. sgocciolio al termine della minzione
  6. senso di fastidio al basso ventre

Alimenti sconsigliati

 Ecco alcuni cibi che sarebbe bene evitare: tolti dalla dieta, fermo restando ciò che è stato detto sopra:

  • Alcol: in particolare superalcolici che possono peggiorare la congestione e l’infiammazione
  • Caffè e prodotti contenenti caffeina e teina: e in generale tutti gli eccitanti nervini che possono acuire la sintomatologia
  • Cacao e derivati che potrebbero svolgere un’azione potenzialmente proinfiammatoria
  • Spezie poiché molte spezie contengono principi attivi che possono irritare organi già infiammati
  • Peperoncino e pepe: sono noti vasodilatatori da evitare in tutti gli stati infiammatori
  • Eliminare il tabacco: i cui componenti riducono l’ossigenazione e la circolazione sanguigna
  • Eliminare i cibi fortemente grigliati: ricchi di sostanze cancerogene e che depauperano l’organismo di antiossidanti.

I 5 alimenti consigliati per il benessere della prostata

Il regime alimentare consigliato in caso di prostata ingrossata si basa soprattutto su frutta e verdura, mentre va ridotto significativamente il consumo di carne rossa, grassi, cibi elaborati e ricchi in salse e spezie, caffè, cioccolato. I principi nutritivi che hanno un ruolo “protettivo“ in caso di ipertrofia prostatica sono: caroteni (carotene, alfa-carotene, beta-carotene, cis beta-carotene), vitamina C, ferro, zinco, licopene e vitamina D.

Quando la prostata è ingrossata è preferibile seguire una dieta povera di proteine (soprattutto di carne rossa) e ricca in carboidrati (amido). In uno studio, che ha valutato i fattori di rischio alimentari sull’incidenza di ipertrofia prostatica, è stato dimostrato che il consumo elevato di carne rossa e di cibi grassi ha aumentato il rischio di della prostata, mentre una dieta ricca in frutta e verdura ha diminuito significativamente questo rischio.

In particolare gli alimenti benefici sono:

  1. Pomodori (crudi e soprattutto cotti): contengono licopene, un carotenoide importante per la protezione della prostata
  2. Soia: nei paesi asiatici, dove si consuma frequentemente soia, , si verificano pochissimi casi di prostatite o tumore alla prostata.
  3. Semi di zucca: sono ricchi di fitosteroli e isoflavoni, utili nella prevenzione dell’iperplasia prostatica benigna, condizione spesso concomitante alla prostatite.
  4. Spinaci: contengono Vitamina E e beta-carotene, combinazione che può ridurre il rischio di problemi alla prostata
  5. Acqua: in caso di ipertrofia prostatica è innanzitutto importante bere molto, almeno 1,5 litri da assumere nel corso dell’intera giornata. Questo serve a diluire le urine e ridurre il rischio di infezioni batteriche causate dal ristagno dell’urina nella Non bisogna però bere il quantitativo di acqua tutto in una volta ma dilazionarlo nel tempo. E’ importante sapere che troppa acqua assunta in poco tempo può causare ritenzione acuta d’urina per la resistenza al deflusso dell’urina stessa.

Studi scientifici hanno evidenziato che le alterazioni dell’omeostasi dello zinco nel tessuto prostatico possano essere coinvolte nello sviluppo di patologie quali l’ipertrofia prostatica e il cancro prostatico. Anche studi sull’integrazione con licopene hanno dimostrato che questa sostanza potrebbe inibire la progressione dell’ipertrofia prostatica benigna. Questa sostanza si trova soprattutto nei pomodori, soprattutto in quelli cotti.

Inoltre è bene mantenere in salute anche l’intestino, infatti, la stitichezza e l’irritazione dell’ultimo tratto dell’intestino possono peggiorare il problema. È quindi importante bere molto e consumare alimenti ricchi di fibre con regolarità.

L’importanza del pavimento pelvico nell’uomo

Un aspetto fondamentale per mantenere la prostata sana è eseguire gli esercizi di ginnastica pelvica che hanno lo scopo di stimolare la muscolatura vicina alla prostata (pavimento pelvico). Purtroppo questi esercizi sono poco conosciuti. Anche gli uomini che praticano regolarmente attività fisica spesso non sanno che esistono degli esercizi specifici per mantenere sana e vitale la sfera pelvica, legata al benessere sessuale e alla salute della prostata e del sistema urinario.

Se la muscolatura non è tonica, le prestazioni sessuali peggiorano e la prostata non viene ben irrorata. Dal momento che questi esercizi richiedono poco tempo e possono essere eseguiti ovunque (perché interessano una muscolatura interna) quindi è importante effettuarli almeno qualche minuto al giorno, per mantenere in salute la prostata e migliorare le prestazioni sessuali.

I benefici degli esercizi di ginnastica pelvica

La ginnastica pelvica comporta una migliore irrorazione pelvica e una tonificazione della muscolatura;

questo comporta un importante vantaggio per la sfera uro-genitale, determinando inoltre un aumento dell’elasticità dei tessuti e dei meccanismi che regolano la minzione.

La prostata trae grandi benefici sia dalla tonificazione sia dal rilassamento del pavimento pelvico. Spesso le patologie della prostata, che colpiscono così frequentemente gli uomini, sono accentuate non solo dalla lassità dei muscoli pelvici ma anche da una loro eccessiva rigidità. Eseguendo correttamente gli esercizi di ginnastica pelvica si impara a tonificare e contemporaneamente a rilassare la muscolatura, ottenendo grandi benefici.

Piante ed estratti fitoterapici a tropismo prostatico e quindi utili nel caso di ipertrofia prostatica:

  • Serenoa: pianta originaria dell’America centrale e tradizionalmente usata per problemi legati all’apparato genito-urinario, particolarmente utilizzata nel trattamento dell’ipertrofia prostatica
  • Semi di Zucca: il cui olio è benefico nell’ipertrofia prostatica, inoltre contengono zinco importante cofattore enzimatico
  • Zinco: minerale chiave per la salute della prostata
  • Vitamina C e antiossidanti: fondamentali per contrastare tutti i processi degenerativi e infiammatori
  • Ortica: azione antinfiammatoria, antianemica, depurativa e nutritiva, per quanto riguarda le foglie
  • Epilobium parviflorum: una pianta a cui l’erborista Maria Treben attribuiva una grande attività antinfiammatoria, che la ricerca ha confermato
  • Pygeum africanum: le radici hanno mostrato di ridurre significativamente l’infiammazione della prostata, numerosi sono gli studi a tale riguardo

Test clinici

Per valutare la gravità del problema è stato messo a punto un test (IPSS International prostate symtom) il quale, grazie alla presenza o meno di determinati sintomi, permette una prima valutazione dell’entità del problema:

  • Ripetuto bisogno di urinare durante la notte (nicturia)
  • Forza del getto urinario
  • Difficoltà ad iniziare la minzione
  • Urgenza della minzione
  • Frequenza diurna
  • sensazione di svuotamento incompleto della vescica
  • Intermittenza del getto

Ognuno di questi  sintomi viene ulteriormente indagato sulla base di domande alle quali viene associata una serie di sei risposte in modo tale da poterne valutare la gravità.

Gli esami primari

Poiché l’IPB è una patologia potenzialmente evolutiva è bene tenere sotto controllo i sintomi e nel caso procedere al controllo del PSA ematico e del volume prostatico attraverso l’esplorazione rettale.

Il volume prostatico aumentato e un eventuale residuo di urina dopo la minzione indicano e orientano sulla gravità o meno del problema. Un esame completo delle urine e il controllo del PSA sono quindi indispensabili per una prima valutazione.

L’uroflussometria

È un esame che che permette di valutare la quantità di urina emessa in una determinato lasso di tempo e permette quindi di valutare indirettamente l’influenza che la prostata esercita sul canale uretrale.  L’uroflussometria permette anche di valutare eventuali miglioramenti determinati dalle terapie attuate. Il grafico che si ottiene da questo esame permette di determinare la fisiologica funzionalità o eventualmente lo stato patologico della prostata, nonché gli stadi intermedi predittivi della possibile evoluzione verso stati patologici.

L’esame non è invasivo e non  determina alcun disagio per il paziente, infatti, si tratta di urinare in una sorta d’imbuto.

Il diario minzionale, con l’annotazione della frequenza delle minzioni durante la giornata, è un altro test che permette di orientare verso la diagnosi di IPB.

Autore

Laureato in Scienze Biologiche, Naturopata, Diplomato in Erboristeria all’Università di Urbino, Posturologo.