Fame compulsiva:  La relazione emozionale tra cibo e psiche attraverso la visione energetico-funzionale della Medicina Tradizionale Orientale.

Il concetto emozionale della fame compulsiva è scatenato da fattori biologici, psicologici e culturali antropologici.

Le persone “sole”  affetta da fame compulsiva usano il cibo come sostitutivo di qualcosa che manca, un compagno/a, un amico/a o semplicemente qualcuno con cui condividere il percorso terreno chiamato “vita”.

La fame compulsiva richiama allo stomaco vuoto che evoca solitudine a cui si cerca di sfuggire con la complicità del cibo divorato che riempie senza nutrire.

La solitudine è anche caratterizzata da relazioni interpersonali presenti, ma estremamente superficiali, tanto che le persone in questione hanno paura di condividere, quindi esprimere i sentimenti con qualcuno temendo di essere giudicati negativamente o addirittura derisi: in un sol termine rifiutati.

Da qui anche il sentimento riflesso successivo e conseguenziale di vera e propria rabbia per non essere riusciti a condividere, a non essere stati all’altezza; tutto questo porta ad una reale frustrazione.

La rabbia quindi espressa sotto forma di risentimento, così come la gelosia, l’indignazione o la frustrazione scatenano la fame compulsiva dove si mangia per “scaricarsi, sfogarsi), compensando ciò che non si è ottenuto, ma desiderato.

Il profilo comunicativo di questi stati d’animo che portanno alla fame compulsiva lo si può individuare e classificare in:

Passivo e Aggressivo

Il soggetto passivo parla sottovoce con occhi bassi, usa parole come “forse, piuttosto, se tu potessi” ed è incapace di rifiutare qualsiasi richiesta per paura di offendere gli altri.

La rabbia non viene quindi esternata e il soggetto la rivolge verso se stesso per la propria incapacità di farsi valere.

Il risentimento che deriva da questa condizione sfocia nel mangiare in eccesso al fine di trovare una compensazione al disagio, una gratificazione ad un insuccesso comunicativo-relazionale.

Il soggetto aggressivo basa la propria comunicazione sulle sue necessità e su ciò che vuole, parla a voce alta e sovente discutendo arrossisce, usa termini come “mai, sempre, impossibile”, a volte minaccia o ricatta ed è perennemente in lotta con gli altri che sono ai suoi occhi nemici o vittime sacrificali.

La sua incapacità di trasformare l’ambiente che lo circonda, si trasforma in frustrazione e rabbia compulsiva scagliandosi sul cibo per poter placare questi sentimenti: il cibo come vittima da sacrificare.

Per cercare di comprendere i motivi dell’eccesso di una condizione(paura) è necessario chiedersi da chi o da che cosa si sta cercando di difendersi, che cosa non si vuole lasciare andare e verso di chi si prova amore.

Questa analisi stimola il cervello a produrre dei mediatori chimici deputati al rilassamento e di conseguenza ad uno stato di benessere, attivati proprio dalla comprensione delle frustrazioni.

Mediatori come la SEROTONINA ad effetto calmante e denominata molecola del morale, le ENDORFINE trasmettitori di energia che provocano una serena euforia.

Queste sostanze vengono innalzate dal consumo di zuccheri e grassi che sono due componenti principali dei vari squilibri endocrini e metabolici nonché corresponsabili del riempimento affettivo mediante una loro ingestione compulsiva.

Gli zuccheri creano sicurezza in coloro che non si sentono sicuri e accettati, cercando complimenti, lodi o ringraziamenti, per compensare attraverso il consumo di zuccheri proprio queste manifestazioni che non vengono manifestate dagli interlecutori, ritenuti responsabili della loro condizione di malessere esistenziale.

Sono quindi persone che non si amano per quello che sono, che non si accettano, che sono estremamente severe con se stesse, che si giudicano non all’altezza, che non si concedono niente di dolce.

Fanno dipendere la loro felicità dagli altri, si pongono aspettative anche se sono convinti di dare molto agli altri.

In effetti elargiscono, danno, però con la speranza-aspettativa di ottenere riconoscenza, una parola di conforto, un segno di affetto, un riconoscimento.

Sono persone convinte veramente di dare il massimo, ma in realtà è solo per ricevere qualcosa in cambio e, quando le aspettative di riconoscimento vengono disilluse, cercano nel cibo il loro conforto.

Cercare di attrarre qualcosa o qualcuno a se, è anche la causa di un eccessivo peso.

Le aspettative riducono la gioia

Tutti questi aspetti di origine emozionale hanno una loro veridicità anche quando vengono analizzati secondo i canoni della Medicina Orientale, della Medicina Tradizionale Cinese che, pone una attenzione particolare su tutto ciò che riguarda la sfera UOMO, sia da un punto di vista organico-metabolico che su quello energetico-emozionale.

Chi mangia salato, chi ama le carni affumicate, chi aggiunge sale ad ogni cibo, è colui che vuole che tutto proceda secondo le sue idee in una sorta di dittatura emozionale che non lascia spazio a nessun tipo di confronto.

È una persona “aggrappata” al suo modo di pensare, per poi, quando le cose non si indirizzano nella direzione voluta, diviene estremamente incline alla critica ed al giudizio verso gli altri o anche verso se stesso; in questo ultimo caso per non essere riuscito a imporre un’idea, a suo modo di vedere come l’unica plausibile per raggiungere qualsivoglia traguardo.

Ora, se ti piace salare più del normale (non dimentichiamo che ogni cibo ha già una componente salina), fermati ad osservare che cosa accade nella tua vita, forse non ti sei mai accorto di essere troppo incline alla critica, che la tua vita manchi di sapore.

Questa connotazione di individuo è inquadrabile e collocabile secondo la Medicina Tradizionale Cinese nella loggia energetica acqua, che racchiude come espressione funzionale l’organo rene (Yin) ed il suo viscere accoppiato vescica urinaria (Yang), dove il sapore caratteristico risulta essere il salato e dove i sentimenti (Shen) sono la volontà (manifestazione positiva) e la paura (manifestazione perturbata).

Volontà intesa anche come eccessiva determinazione che può sfociare appunto nel totalitarismo di pensiero dove l’unico binario praticabile diventa la cieca fermezza di pensare che solamente quello che quell’individuo pensa sia giusto e, dove non esiste spazio per una attenta autocritica.

Chi la pensa in modo differente viene criticato, giudicato addirittura come “essere non pensante”

La paura vissuta come frustrazione per non essere capaci di “perdonare” chi non la pensa come lui.

Ci si ritrova incapaci anche di perdonarsi per eventuali errori di valutazione assolutistica, che altro non fanno che irrigidire sia il comportamento che la postura.

Ricordiamo che gli apparati anatomico-funzionali coinvolti nella loggia acqua sono quelli riguardanti il sistema OSTEO-ARTICOLARE e, quali danni sono verificabili da un eccessivo consumo di sale anche per quanto riguarda una inibizione dell’apparato cardio vascolare.

Se si mangia troppa carne, come si sa, bisogna morderla: chi avresti voglia di “mordere”, di fare a “pezzi”?

Il piacere di mangiare cibi tendenzialmente grassi ricchi di presunte sostanze “rinforzanti” come la carne, indica una presenza latente di collera, di aggressività repressa che aumenterà in modo esponenziale attraverso il consumo di tali alimenti, generando un circolo vizioso di esaurimento energetico, fisico e psichico.

Mangiare troppa carne logora il fegato, facendogli perdere quasi completamente la sua peculiare capacità di trasformare correttamente le proteine.

Il consumare troppa carne scatena rancore e risentimento, sentimenti che con un tipo di alimentazione errata potranno essere solo iper esaltati.

Il fegato regola accelerazione e movimento dell’energia così come la sua libera circolazione, immagazzina il sangue per trasformarlo in energia da indirizzare verso tutti i distretti organici.

La fame compulsiva può essere causata daI consumo eccessivo di cibi ad alta carica proteica blocca questo libero fluire provocando un vero e proprio blocco dell’energia.

Il fegato è inquadrato nella loggia legno con un collegamento cosmico a livello energetico di vento.

Ha il compito di mobilizzare, la sua funzione è quella di “far fiorire” come in primavera (stagione di appartenenza alla loggia legno che raggruppa appunto l’organo fegato(Yin) e il suo viscere accoppiato VESCICA BILIARE (Yang) …… ) e dunque, tutto ciò che deprime, opprime, intasa, è contrario al suo carattere energetico-funzionale-metabolico.

Il suo ruolo equilibrante si esprime appunto attraverso l’equilibrio psichico, digestivo, circolatorio.

Avremo una quasi certezza di far ristagnare il QI di fegato con una tendenza alla depressione ( anche una depressione d’organo), facilità al pianto, oppure una condizione opposta di iperattività del fuoco del fegato che, si accompagnerà a collera, insonnia, sogni con incubi, vertigini ecc.

Le irritazioni mentali, le inquietudini più o meno riconosciute, i desideri non realizzati “fanno rodere il fegato”.

Così come uno stato prolungato di collera può predisporre il fegato alla comparsa di malattie organiche attraverso un prolungato e costante ristagno del QI di fegato, così la comparsa di malattie epatiche o malattie con coinvolgimento pseudo indiretto del fegato, può predisporre la persona ad una vera e propria modificazione caratteriale in senso collerico; sempre attraverso il meccanismo di ostruzione del QI in senso circolatorio.

Nel termine collera possiamo comprendere anche gli stati di irritazione e di frustrazione cronica derivanti da situazioni personali conflittuali irrisolte di tipo professionale, affettivo, famigliare.

Lo “scatto” improvviso di collera comprime lo Yin di fegato liberando il suo opposto Yang  con una serie di sintomi a carattere cefalgico, arrossamento del volto, vertigini, capogiri, annebbiamenti o abbagliamenti visivi, cefalee da ipertensione.

Lo scatto è veicolato dal vento che alimenta il fuoco del fegato: il suo Yang.

La collera repressa, le frustrazioni agiscono invece facendo ristagnare il QI di fegato con manifestazioni di oppressione anche toracica, ansia faringea, dispnea con fame d’aria, sensazione di nodo alla gola ed uno stato psichico caratterizzato da una estrema irritabilità e fame compulsiva o nervosa.

Uno stato di collera repressa ostacola la normale circolazione del QI di fegato che, ristagnando si trasformerà in fuoco trasferendo questa sua condizione alla loggia fuoco con organo CUORE (Yin) e viscere accoppiato piccolo intestino (Yang).

Una alimentazione troppo ricca di grassi, proteine animali, dolci e spezie, produce calore che può surriscaldare l’organo portandolo alla liberazione del fuoco del fegato.

La fame compulsiva va inquadrata anche attraverso una valutazione più ampia della sua manifestazione apparente e, la possibilità di capirne le cause dipende da una visione molto più ampia del PIANETA UOMO.

 

 

 

Autore: Dr. Giuseppe Gianfrancesco

 

Autore

Laurea in Medicina Naturopatica Clayton University Dottorato di ricerca in Scienze naturopatiche Medical Sciences Central Pacific University Membro del Comitato scientifico Ricerca e sviluppo dell’Azienda Diamond Life di Parma Master in fisiologia probiotica e nutrizione e Oligoterapia Catalitica Libero ricercatore sullo studio dei ceppi probiotici per la salute intestinale, collabora con strutture specifiche del settore. Esercita la libera professione Bologna, Modena, Cesena e Milano