Facciamo chiarezza sulla cosmesi naturale: ingrediente “sintetico” non significa necessariamente “tossico” e “naturale” non significa sempre “innocuo”.
Le basi della cosmesi naturale
Il termine FITOCOSMESI deriva da Kosmèsis (adornare) e Phyto (pianta) viene usato per indicare l’utilizzo predominante e preferenziale di derivati vegetali nei prodotti cosmetici, di fitocomplessi (estratti, tinture madri, acque aromatiche, succhi, infusi, decotti, mucillagini e gomme, oli fissi, burri, cere, oli essenziali, coloranti).
La FITOCEUTICA consiste nell’uso di molecole di origine vegetale chimicamente definite ed isolate; frazioni isolate definite ed omogenee; uso di fitosomi ovvero complessi particolari che cedono sostanze vegetali; essi permettono di raggiungere risultati non raggiungibili utilizzando i tradizionali estratti vegetali. Il loro elemento base è la lecitina di soia che, legandosi alla sostanza vegetale, dà luogo ad una struttura biologicamente funzionale.
Ecco alcuni esempi di fitosomi:
- fitosoma escina, derivato dall’ippocastano per prodotti anticellulite
- fitosoma centella, per prodotti anticellulite e rassodanti
- fitosoma ginseng , per prodotti rassodanti e antirughe
Cosa Significa Naturale?
I cosmetici svolgono le seguenti funzioni:
- igienica (sapone)
- eutrofica (prodotto che mantiene lo stato dei tessuti come ad esempio una crema idratante)
- estetica (make up)
Il termine “naturale” è un termine che piace sempre più a chi è vicino al mondo della natura, del semplice, dell’incontaminato. Non sempre tutto quello che viene dichiarato naturale è realmente tale. Oggi ci si avvicina al concetto di “cosmetico vegetale integrale” impiegando emulsionanti di derivazione vegetale, oli essenziali per la profumazione, coloranti vegetali, sino ad arrivare all’uso di inibitori di crescita di provenienza vegetale al posto dei conservanti di sintesi. C’è, tuttavia, difficoltà di progettazione di un prodotto cosmetico che sia interamente vegetale ad eccezione di oli per la pelle (olio di mandorle), acque distillate aromatiche (acqua di rose, di fiori d’arancio), unguenti a base di burri (unguento per il corpo a base di cacao e carota, burro di karitè per massaggi al viso) e cere vegetali (cera carnauba, cera jojoba)?.
Esiste infatti una certa graduatoria della naturalità delle materie prime cosmetiche, in quanto, anche se venduti in erboristeria, non si può parlare di prodotti completamente naturali o vegetali.
Si fanno quindi 3 distinzioni sull naturalità delle materie prime in cosmetica
- Sostanze estratte da vegetali, animali o minerali senza che sia stata apportata alcuna modifica chimica ed estratta soltanto con mezzi fisici( olio di cocco)
- Derivati naturali in cui le modifiche sono di lieve entità senza ridurre la naturalità del prodotto (olio di cocco idrogenato).
- Quando intervengono processi chimici sulle sostanze, i composti che si ottengono sono considerati “ottenuti da sostanze naturali”(acido grasso + proteine= lipoderivato)
I prodotti che provengono da processi chimici e che prendono origine da sostanze a loro volta ottenute per sintesi, cono definiti composti sintetici.
La cosmetologia moderna insegue sicuramente la naturalità, non bisogna dimenticare però che “sintetico” non significa “tossico” e che “naturale” non significa “innocuo”, al contrario, alcune piante possono contenere veleni e la stessa sostanza funzionale può essere dannosa per l’organismo se impiegata erroneamente. La fitocosmesi si avvale dei seguenti termini, utili ai fini della conoscenza della materia:
- Droga vegetale: parte di pianta o pianta intera che, trattata opportunamente, può essere impiegata a fini salutistici.
- Fitocomplesso: insieme delle classi chimiche che per una droga concorrono alla sua funzione (terapeutica e/o cosmetica)?.
- Principio attivo: composto responsabile dell’attività (terapeutica e/o dermo-funzionale della fonte vegetale)?
- Droghe essenziali: dette anche aromatiche, sono quelle che hanno un profumo perché contengono olio essenziale. Dalle droghe essenziali sono ottenibili sia le essenze che gli estratti.
- Droghe non essenziali: sono quelle che non hanno il profumo perché non contengono olio essenziale. Da queste droghe sono ottenibili solo gli estratti.
- Estratti: sostanze ottenute dall’evaporazione parziale o totale di soluzioni contenenti le parti della pianta, fresche o secche, con solventi idonei ad asportare i principi attivi. In base alla consistenza si possono ottenere estratti fluidi, secchi o molli,
- Oli essenziali o essenze: ottenuti distillando in corrente di vapore o spremendo le parti dells pianta che li contengono.
- Acque distillate: ottenuti per distillazione a secco del legno di varie specie di piante.
Mara Alvaro