L’unione è un processo naturale di simpatia e risonanza con tutto ciò che vive ed esiste, qualcosa che se lasciamo fluire la nostra energia avviene da sé, a ci possono essere tanti motivi per cui non lasciamo che questo avvenga; ad esempio nella nostra esperienza di vita abbiamo ricevuto l’informazione che qualcosa è male, allora chiaramente vogliamo che questo qualcosa resti fuori da noi e dalla nostra vita.
Ma a questo punto ci troviamo davanti a due spinte apparentemente contrarie, l’impulso vitale ad essere Uno con tutto, e l’idea di non potere o di non volere qualcosa nella nostra vita. A questo punto il corpo può prendere in sé questo conflitto ed elaborarlo come fosse suo, dando l’esempio di come questa separazione sia solo fittizia. In realtà tutto è in noi, tutto risuona in noi, come musica che non ha confini.
La così detta guarigione avviene quando ci accorgiamo in qualche modo di questa unione indissolubile e questo può avvenire in molti modi. Uno dei più semplici è portare la nostra attenzione, l’energia vitale, il nostro fluire, sulla zona del corpo che manifesta la malattia, più questa attenzione è calma e tranquilla, più è naturale, più ci avviciniamo di nuovo alla consapevolezza dell’unione.
Ma come portare attenzione calma e tranquilla a qualcosa che ci fa male o paura come una malattia? Qui entrano in gioco tutti i possibili metodi di guarigione che stiamo sempre elaborando, qualsiasi vale se riesce a farci riappacificare con il conflitto, se ci avvicina ad una esperienza diversa da quelle conflittuale che ci ha portati a escludere una parte di “noi” dalla nostra amorevole considerazione.
A volte basta anche che da ignorare il conflitto passiamo a viverlo, come succede nei casi di una malattia che arriva “fa soffrire” e se ne va, anche senza sapere perché e per come, ma facendoci sperimentare tutte queste energie sulla nostra pelle.
Detto ciò parliamo di come l’acqua e i suoi derivati, il vapore, per esempio siano in grado di favorire il nostro prendere contatto pacifico con qualcosa che desideriamo reintegrare in noi. Quanti fastidi svaniscono al contatto con l’acqua? Quante tensioni si sciolgono nei caldi vapori di un bagno turco? Quando l’acqua scorre o guizza, quando il tepore leggero dei suoi fumi ci avvolge, l’attenzione che rivolgiamo al corpo è più morbida, rotonda, non ci sono conflitti che resistono al suo passaggio. Per questo a mio avviso le terapie termali e i suffumigi sono vere e proprie panacee per favorire il naturale processo di auto-guarigione.
Ci si può comunque opporre al loro effetto lenitivo, possiamo considerare che sia più importante trovare la risposta al nostro conflitto che non abbandonarci al flusso dell’autoguarigione, è una esperienza importante, tuttavia negli ultimi tempi, con le incredibili energie che il pianeta sta ricevendo in questo momento di risveglio globale, è possibile velocizzare tutti i processi; possiamo comprendere e sciogliere in un istante! Con il risultato di una nuova consapevolezza sui temi che consideravamo importanti e che ci creavano l’esperienza del conflitto e o della malattia.
Parlando dei bagni di vapore all’utero, anche detti “pulizia delle memorie uterine” o vaporizzazioni uterine, posso dire che li considero una tecnica rivoluzionaria e di grande utilità in questo momento, per assistere il processo di liberazione dai conflitti verso le sacre energie creative femminili.
L’Utero è per sua profondissima natura un organo dove sperimentiamo Unione, unione con il mondo spirituale (è canale per le nuove anima che si incarnano); unione con il partner, con i figli, con la Terra (le sagge sciamane e molti popoli sanno, quanto è vitale per la terra ricevere il sangue mestruale e quanto feconda diventa la terra che lo riceve), unione con la visione, il piacere e la capacità di creare (quando le fibre muscolari uterine si distendono fisicamente, la creatività aumenta), unione con le influenze di Luna e maree…Forse non siamo ancora abituate a vivere la relazione con il nostro utero secondo la sua natura di organo dell’accoglienza e della creatività, a considerarlo come la casa dove si gesta l’umanità, e dove risiedono le memorie di tutte queste gesta, ma se sentite il desiderio di esplorare questa possibilità, se qualcosa si accende in voi nel contemplare l’idea di aprire questo mondo segreto alla luce della vostra coscienza, vi invito a provare questo antico metodo di elaborazione ed esplorazione della linea materna, una porta che può spalancare la nostra percezione di esseri multidimensionali e con cui iniziare un profondo lavoro di connessione con gli avi, di integrazione e risveglio all’armonia dell’Unità.
In pratica si tratta di una cerimonia che si celebra con una o più donne che abbiano svegliato la loro coscienza alla guarigione, alla saggezza della natura e che abbiano nutrito la loro sensibilità creativa con amore e gratitudine verso se stesse e verso tutti gli altri esseri viventi.
Queste donne possono accompagnare altre donne a svelare la natura divina della loro essenza, semplicemente accompagnandole nell’esperienza di ricevere la cerimonia della vaporizzazione uterina. In genere si ripete la cerimonia per 4 notti, durante le quali ci saranno intense elaborazioni, sogni e viaggi astrali, incontri con gli spiriti delle antenate e altre esperienze di lavoro ai confini della coscienza.
È importante scegliere bene il momento in cui iniziare e le piante con cui lavorare.
Ogni pianta ha un suo Spirito, delle proprietà, e ogni momento vitale può essere diverso, come ogni donna ha la sua linea e le sue informazioni con cui lavorare. Il vapore arricchito dall’essenza delle piante scelte, sale lento e silenzioso verso il canale vaginale e arriva delicatamente, impalpabile fin dentro il nostro utero.
La mia prima esperienza è stata una sensazione di rilassamento e dolcezza mai provate, un sollievo profondo, di potersi davvero aprire in tutta la delicatezza che in genere “non si può mostrare” (almeno questa era la mia esperienza in ambito di procedure ginecologiche e affini). Intorno, le donne che partecipano alla cerimonia accompagnano, accolgono, vibrano insieme, danno il loro aperto contributo alla connessione con il divino femminile, possono cantare, pregare . . . la connessione è aperta, con lo spirito del mondo, con l’umanità, con il su passaggio in questa esperienza tridimensionale, con noi stesse, madri, sorelle, sciamane, rivoluzionarie, figlie . . . nella libertà di guardare il mondo con i nostri occhi, attraverso i nostri sensi e in unione con tutto.