Il blocco decisionale è fonte di stress. Ecco come evitarlo.
L’indecisione, ovvero il conflitto interiore.
Vi sarà capitato molte volte di dover prendere una decisione più o meno importante e di restare bloccati, rimuginando sulla possibile scelta da prendere.
Sappiate che questa indecisione, frutto di un’attività mentale atta a ponderare i pro e i contro, è fonte di ansia e stress, e, per alcune persone, anche attacchi di panico.
Cosa avviene nella nostra mente in quel momento?
Per capire a fondo la dinamica, facciamo l’esempio di un pedone particolarmente riflessivo. Il pedone vuole attraversare la strada, si mette di fronte alle strisce pedonali ed osserva le automobili arrivare con velocità da destra e da sinistra e poi pensa “se attraverserò ora il flusso delle macchine rallenterà e se ci sarà un incidente allora sarà colpa mia..devo assolutamente stare fermo..”
Dopo poco lo stesso pedone osservando il traffico pensa, “d’altro canto se non attraverserò ora le automobili continueranno ad andare veloce e se più avanti ci sarà un incidente allora sarà colpa mia..devo assolutamente attraversare…”
Cosa deve fare il pedone?
Qui di seguito vi propongo un metodo molto utilizzato nella terapia cognitivo-comportamentale che prende il nome di problem solving. È composto di fasi molto semplici ma allo stesso tempo molto efficaci per riuscire a sbloccare una situazione nella quale sembra impossibile riuscire ad effettuare una scelta.
Le fasi del problem solving
- Definire del problema: qual’ è il problema? cosa vorrei ottenere? qual’è il mio obiettivo? quali sono gli ostacoli?
- “Brain storming” o soluzioni “a ruota libera”. Quali soluzioni mi vengono in mente? Devo provare a pensare liberamente, anche in modo fantasioso. Le soluzioni in questa fase non vanno né discusse né criticate. Devo pensare senza censure.
- Valutare le soluzioni: scrivo i vantaggi e gli svantaggi di ognuna delle soluzioni possibili. Che costi / benefici avrò se scelgo X, e se scelgo Y?
- Scegliere la soluzione migliore: dopo aver preso in esame ogni soluzione scelgo quella che risulta più adatta e di facile attuazione.
- Fare un piano: come posso applicare ciò che ho scelto? Un obiettivo complesso può essere comunque suddiviso in obiettivi intermedi da raggiungere in sequenza. Applicherò quindi i principi del problem-solving ai vari step intermedi così da non incorrere mai in preoccupazioni e ansia.
- Esecuzione del piano: Sto raggiungendo l’obiettivo prefissato?
Mettere in pratica il problem solving nella vita di tutti i giorni
La prossima volta che non riuscite a prendere una decisione difficile provate a rispondere alle domande:
Qual’è la mia paura in queste situazioni? cosa sto cercando e cosa sto evitando? cos’è davvero costruttivo per me? cosa mi aiuta a non ricadere nelle mie paure?
Può essere inoltre utile riflettere su questi due atteggiamenti mentali:
- Scelta e Rischio: “non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca..”
Quando ci troviamo di fronte ad un problema e vogliamo risolverlo è probabile si debba fare una scelta. Ogni scelta, però, implica un rischio ed una rinuncia (per es. la rinuncia di un obiettivo alternativo, un opzione particolarmente allettante e di tutti i benefici che porterebbe il fare un’altra scelta);
Non scegliere, di contro, può risultare comunque molto rischioso e “tenere due piedi in una scarpa” può essere molto faticoso oltre che controproducente. Ogni giorno in tanti piccoli momenti siamo chiamati a scegliere, e decidere di fare una scelta racchiude una certa dose di rischio. Questo è assolutamente normale, inevitabile e molto umano poiché vivere senza rischio è una pretesa irrealistica.
- Occuparsi è differente dal Preoccuparsi
E’ molto più utile e costruttivo occuparsi dei problemi piuttosto che “preoccuparsene”: anticipare scenari futuri che molto probabilmente non si presenteranno è fonte di stress inutile, e più rimuginiamo su questi scenari problematici più alimentiamo le nostre paure e il nostro stato d’ansia.
Autore: Dottoressa Ernesta Zanotti