Quante volte ci capita di sentirci legate ad un oggetto, una situazione, un lavoro o ad una persona senza riuscire a liberarci di ciò che per noi rappresenta.

Ci sentiamo come ingabbiate nell’ idea che senza non potremmo andare avanti o nell’ idea che prima o poi ci potrà tornare utile o ancora nell’ idea che se  qualcosa cambierà noi non ci saremo. Il pensiero occidentale ci ha insegnato che il valore si trova in chi “non molla mai”, in chi resiste fino alla fine ed in chi non lascia andare niente.

Siamo cresciuti nell’ idea che lasciare andare è da perdenti, così se lo si fa dovremmo anche fare i conti con i nostri sensi di colpa!

E’ importante però notare che c’è differenza tra lasciare andare (consapevolmente) e lasciarsi andare.

Cosa accade quando ci capita di rimanere “attaccati” a qualcosa?

La nostra mente ce la ripropone in continuazione impedendoci di prendere quel distacco dalla situazione che ci aiuterebbe ad osservare ciò che accade rischiando così di venir rapite dalle nostre emozioni come :

il timore del cambiamento, il timore di poter perdere qualcosa, la nostalgia del ricordo del passato o la speranza per un futuro migliore. A volte in momenti di cambiamento, lo evitiamo e ci chiudiamo SEMPRE più in noi stesse!

Così immerse nei nostri pensieri perdiamo l’opportunità di guardarci intorno, di osservare noi stesse, le nostre risorse ed il mondo che ci circonda.

Un mondo dove noi possiamo decidere di essere le attrici protagoniste e non le vittime dei pensieri che la nostra mente ci propone.

Ecco perchè tante volte ci siamo dette “adesso basta!” senza riuscirci, rimanendo ferme, quasi senza forze e incapaci di leggere la situazione presente.

Domandiamoci ora:

  • Che emozione sto provando davanti ad una situazione di TRATTENERE?
  • Quanta fatica c’è e cosa c’è di importante per noi nel trattene?
  • Cosa potrebbe accadere se lasciassimo andare?

Ed ora apriamo le mani, con i palmi rivolti verso l’alto…nella posizione del LASCIAR ANDARE….e domandiamoci di nuovo:

Cosa sto provando ora di nuovo e cosa scopro di diverso? E colleghiamo le due posizioni precedenti per trovare la posizione PIU’ COMODA, PIU’ SANA per NOI! Tengo o lascio?

E da qui, capiamo delle relazioni tra noi e la situazione

Siamo noi a decidere se rimanere legati a qualcosa oppure no…siamo noi a dover riprendere il controllo ed il potere della nostra vita.

Lasciare andare non è dimenticare ma lasciare andare è prendere consapevolezza del momento attuale, del qui ed ora smettendo di vivere in un passato che non c’è più o in un futuro che ancora non esiste, riappropriandoci di preziose energie che potremmo utilizzare per nuove scoperte ed opportunità.

Lasciare andare è un atto consapevolo è una scelta, la scelta di lasciare che le cose vadano e fluiscano come dovrebbero andare. Quante volte arriviamo a sera, con dolori e tensioni al collo….alla schiena, rigidità…..il nostro corpo, SAGGIO, ci dà questi messaggi, la tensione è spesso duratura e diventa IMPOSSIBILE da gestire senza dolore!

Nel pensiero orientare significa imparare ad allenare la nostra mente a vivere nel momento presente

E’ capire che nulla finisce ma che tutto ha un flusso, quello che possiamo fare è osservare ed imparare cosa accade in noi .

Nisargadatta Maharaj, maestro spirituale indiano, “L’immagine non influisce sullo specchio.Lo Specchio non ha il proposito di cambiare immagine. Tu non sei nè lo specchio nè l’ immagine, per lasciare andare qualcosa, prima di tutto è necessario che tu sappia cosa”.

Nel nutriente buio di queste ore che accoglieranno la Luna Nuova, riflettiamo sulle possibili paure nell’attraversare questo periodo che ci invita a rallentare e lasciare andare. Siamo nella paura dell’ignoto, se mi sento seme che si è chiuso e ha rinunciato a germogliare; mentre se mi sento fiore,  la paura del vuoto, mi blocca nell’aprirmi al mondo nello sbocciare. Comunque Fiore o Seme ? Metafore per sentire cosa mi ha bloccato per poterlo lasciar andare!

C’è chi si sentirà seme,  che sta cercando uno spiraglio per lasciar entrare un filo di luce, per uscire da uno stato di isolamento!

Intanto, ci si augura che questo seme, sappia aspettare l’autunno e l’inverno, trovando le modalità giuste per curarsi nell’attesa della primavera, un intento legato alla pazienza.  E nel mentre, si capirà cosa lasciare andare.

Il tutto prendendone consapevolezza, conoscere un pezzettino di più delle nostre paura permette il contatto con dolcezza e compassione. Siamo ricercatrici, Insieme la ricerca è più leggera

Autore

Sono Barbara una Counselor Professionista che ha come traduzione italiana "Agevolatore alla relazione di aiuto :) Mi piace paragonare il Counseling ad una Guida Alpina. Intendo per Guida Alpina, un professionista della montagna, che accompagna le persone in ascensioni in montagna, anche su roccia, neve e ghiaccio : alpinismo classico in alta montagna, arrampicata su roccia, cascate di ghiaccio, ciaspolate, sono le attività principali svolte dalle guide alpine nell’ esercizio della loro professione. Tutte attività bellissime in grado di regalare enormi soddisfazioni al cliente e alla guida stessa, ma che necessitano di una solida preparazione tecnica, fisica e morale affinché il rischio, mai del tutto eliminabile in montagna, sia gestito al meglio. Anche il Counselor, in effetti, guida le persone, secondo le loro possibilità, a superare alcuni limiti, che possono diventare dei blocchi emotivi, facendolo nel modo più IDONEO ad ogni cliente.E potrei mettere la stessa frase già sopra riportata : Tutte attività bellissime in grado di regalare enormi soddisfazioni al cliente ed al Counselor stesso, ma che necessitano di accoglienza, fiducia e di una preparazione emotiva e morale affinché il percorso sia gestito al meglio"