Omotossicologia e depressione
I rimedi omotossicologici sono utili nel trattamento della depressione per il drenaggio delle tossine e per la modulazione della risposta emozionale. La parola “depressione” indica sia una patologia delle emozioni appartenente alle nevrosi che una patologia della mente appartenente alle psicosi. L’Omotossicologia / Omeopatia antiomotossica (disciplina non convenzionale descritta nel 1952 dal medico tedesco Hans-Heinrich Reckeweg (1905-1985)) può essere un supporto soltanto per il paziente affetto da quella depressione che implica un’alterazione emozionale. Il campo emozionale “depressione” in tal senso è una lesione della capacità di un individuo nell’occuparsi bastevolmente di sé.
La depressione come campo è determinata dall’incapacità e dalla rassegnazione del paziente che culmina in una melanconia profonda con abbandono delle cure ed attenzioni rivolte in precedenza a se stesso. Talvolta, questo campo emozionale è scatenato da un evento risentito come “minaccia al proprio nido” e in tal caso si descrive come depressione reattiva. Il lutto, la perdita, il fallimento, la separazione, la perdita di ruolo sociale o il pensionamento possono essere risentiti come una disgregazione del “nido” in senso figurato, in tal modo scatenando la reazione depressiva.
Indicatori della depressione quale campo emozionale sono i seguenti sintomi:
- diminuzione di interesse o piacere per le attività
- perdita o aumento di peso
- insonnia o ipersonnia
- agitazione o rallentamento psicomotorio
- astenia
- disforia
- difficoltà alla concentrazione
- difficoltà a decidere
- melanconia
- isolamento sociale
- disagi somatici associati
La depressione è una frequente causa di disfunzionalità nei Paesi ad alto tenore di vita e precede talvolta malattie somatiche anche impegnative. La prevalenza del disturbo depressivo tende ad elevarsi con la maggiore età, evidenziando che lo stile di vita di alcune società esclude gli anziani dalla partecipazione e dal piacere di vivere. Il trend osservato negli ultimi anni è caratterizzato, inoltre, da un progressivo abbassamento dell’età con rischio depressione, includendo nell’isolamento tipico dell’anziano, fasce di età che non dovrebbero essere considerate tali. La depressione in questi pseudo-anziani non è una difficoltà ad accettare il decadimento fisico e psicologico come fenomeni naturali, ma l’esternalizzazione dalla società di coloro che dalla stessa non sono più ritenuti utili.
Le cause del campo emozionale depressivo sono molteplici e diverse scuole di pensiero si contrappongono in merito. Concorrono in misura diversa alla depressione cause genetiche, psicologiche, somatiche, sociali, biologiche, jatrogene ed alimentari. Meglio è accettare una multicausalità della depressione con prevalenza diversa nel singolo caso. Sul piano ormonale, vari studi hanno confermato che eventi risentiti con depressione, soprattutto se prolungati nel tempo, sono in grado di ridurre il tasso di alcuni neurotrasmettitori come la serotonina e la noradrenalina e d’iperattivare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con conseguente aumento del cortisolo nel sangue.
È quindi chiaro come la depressione sia una malattia complessa, dovuta a più cause e legata ad una complessa rete di sistemi neurali. Oltre certi limiti, la risposta “depressione” non è più idonea alla gestione sensata di un evento, ma diviene una condizione caratterizzata da sofferenza talvolta anche notevole. In tal caso, è necessario un trattamento. La terapia convenzionale della depressione consiste nella prescrizione di psicofarmaci e/o di una psicoterapia.
Nel campo della Medicina Biologica, l’Omotossicologia coadiuva esclusivamente nel trattamento della depressione intesa come alterazione dei campi emozionali. Una buona anamnesi ed una visita medica sono essenziali per la diagnosi iniziale e soprattutto per escludere qualunque malattia organica, che possa provocare o peggiorare gli stessi sintomi. Secondo l’Omotossicologia, la sofferenza emotiva è interconnessa all’incessante lotta che ogni organismo vivente compie per la gestione delle omotossine.
Il termine “omotossine” include le sostanze tossiche provenienti dall’esterno dell’organismo ed assunte dallo stesso in vario modo: alimentazione, respirazione, contatto, ecc. . Altrettanto parte delle omotossine sono i metaboliti connessi al complesso lavoro biochimico dell’organismo, produttore così di scorie residue da eliminare.
Un campo emozionale è connesso ad un’alterazione dei mediatori chimici quali, ad esempio, serotonina, noradrenalina e cortisone. Queste ed altre sostanze endogene devono essere gestite metabolicamente. Quando la gestione delle omotossine supera un livello di soglia critico, l’organismo produce reazioni emozionali quali l’ipercampo.
Un ipercampo “depressione” può anche coinvolgere tessuti organici, specialmente quelli connessi sul piano funzionale. Il trattamento omotossicologico si avvarrà pertanto di rimedi con funzione drenante le omotossine. Questi ultimi saranno generalmente associati a rimedi sintomatici complessi con la funzione di contenere l’espressione emotiva eccessiva.
Particolarmente utile è anche l’Agopuntura Omotossicologica / Omotossipuntura. I rimedi omotossicologici per il trattamento della paura sono iniettati su agopunti significativi per il trattamento del campo emozionale in oggetto. Tale tecnica sfrutta virtuosamente la sinergia tra Agopuntura ed Omotossicologia.