Attività antiossidante dell’estratto di Leontopodium alpinum, la stella alpina in cosmesi.
La Leontopodium Alpinum, ovvero la stella alpina, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae che cresce spontaneamente fra i Pirenei e i monti dell’Himalaya e in Italia sulle Alpi e sull’Appennino ligure fino a oltre 3000 mt di altezza.
La storia della stella alpina
Il nome Leontopodium deriva dal greco e significa “piede di leone”. Il riferimento della pianta si ritrova in diverse parti: sull’euro austriaco, ad esempio, in cui vi è raffigurata l’immagine di una stella alpina e inoltre rappresenta il marchio di una birra. La stella alpina è spesso nominata la “regina dei fiori di montagna” proprio perché cresce nei punti più alti delle Alpi. Secondo una leggenda, la stella alpina è stata un tempo una fanciulla così bella, pura e nobile di animo che, sebbene desiderata da molti cavalieri, non incontrò mai nessuno che potesse diventare suo sposo. Quando morì, ancora zitella, fu trasformata in un fiore che nasce in luoghi inavvicinabili per gli esseri umani.
Caratteristiche della stella alpina
E’ una pianta rara che sviluppa meccanismi di protezione che le consentono di sopravvivere ad elevate temperature ad alti livelli di radiazioni solari. La stella alpina ha un’infiorescenza complessa i cui fiori, molto piccoli e di colore verdastro, sono riuniti in capolini circondati a loro volta da foglie molto pelose e bianche che costituiscono i raggi della foglia stessa. I peli di cui è ricoperta le consentono di resistere alle rigide temperature evitando anche le eccessive perdite di acqua, ma la loro quantità può diminuire non appena cambia la zona di coltivazione della pianta.
Cosa contiene la stella alpina
Per anni non c’è stato niente di noto riguardo la composizione chimica della stella alpina; essa si diceva contenesse sali, tannini e qualche altra sostanza. Successivamente, dall’estratto della radice della pianta sono state isolate altre sostanze come:
- Acido clorogenico, sostanza presente generalmente nei semi di mela la cui attività è potenziata dai tannini che inibiscono la formazione dei radicali liberi dannosi.
- Acido leontopodico di tipo A e B con attività anti ialuronidasica e anti collagenasica.
- •Alcune sostanze appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, le quali migliorano la circolazione sanguigna apportando più ossigeno ai tessuti e bloccano anch’esse la formazione dei radicali liberi. Hanno inoltre attività antinfiammatoria. Tra i derivati dei flavonoidi si possono menzionare la luteolina e l’apigenina-7-glucoside; quest’ultima si è rivelata essere una dei componenti antinfiammatori della Camomilla Romana o Anthemis nobilis.
- •Fitosteroli e sitosteroli ad attività antinfiammatoria e antibatterica. L’attività antibatterica è stata scoperta grazie ad alcuni test contro vari ceppi di Enterococcus faecium, di Escherichia coli, di Pseudomonas aeruginosa e di Staphylococcus aureus.
- •Aminoacidi e polisaccaridi con attività idratante e nutriente.
Stella alpina: le proprietà
Nella medicina tradizionale, specie nelle zone del Tirolo, la stella alpina è stata spesso usata per il trattamento dei dolori reumatici, come astringente e per curare la tosse.
Stella alpina in cosmesi
Dal momento che sono state trovate diverse sostanze attive che possono essere di interesse cosmetico, sono stati effettuati degli studi per valutare l’attività antiossidante della pianta. Sono stati infatti coinvolti 20 volontari ai quali è stato fatto applicare un prodotto per il viso contenente l’estratto di stella alpina due volte al giorno per 40 giorni. Già al ventesimo giorno di trattamento, è stato notato che le rughe si erano ridotte del 15% sul contorno occhi.
L’estratto della stella alpina, agendo come antiossidante consente di avere una diminuzione delle rughe, di prevenire la perdita di collagene e di donare quindi elasticità alla pelle. La formulazione cosmetica a base di stella alpina è attiva 10 volte di più rispetto alla base placebo che non conteneva la sostanza funzionale confermando quindi le proprietà vantate della pianta.
Mara Alvaro