Rimedi naturali e anche buone in cucina, le erbe spontanee crescono un po’ ovunque: una breve guida per imparare a raccoglierle e conservarle
Le erbe spontanee hanno tantissime qualità: conoscerle e raccoglierle
Aromatiche, commestibili, medicinali: le erbe cosiddette “spontanee” crescono senza bisogno di intervento umano, senza la necessità di irrigazione, contengono sostanze nutritive e fitoterapiche pregevoli e spesso sono ottime al palato. Con un po’ di esercizio tutti possono imparare a riconoscerle, raccoglierle, e ad utilizzarle in cucina, sia fresche che essicate, o anche a scopo curativo o riequilibrante del proprio benessere.
Ma cosa è importante sapere prima di cominciare a dedicarsi a questo interessante e sorprendente mondo delle erbe che ci consente di ritrovare la nostra sintonia con la natura?
Prima di iniziare la raccolta: raccomandazioni e consigli
In funzione del tipo di pianta e della stagione, le parti utilizzabili possono essere le foglie, il fiore, il frutto oppure la radice e il rizoma (o anche i semi): da qui l’importanza di documentarsi accuratamente prima di partire per la raccolta.
- Non raccogliete erbe sui bordi delle strade, in luoghi inquinati o in parchi frequentati da cani
- Non raccogliete niente che non conoscete
- Non lasciate l’erba raccolta in sacchi di plastica e non tenetela ammucchiata. Dopo la raccolta, arrivati a casa distribuite al più presto l’erba che non viene consumata su fogli di giornale o pannelli di legno, meglio ancora lasciatela seccare al sole. In ogni caso smuovetela frequentemente.
- Non raccogliete piante malate o ammuffite.
- Non raccogliete specie protette o erbe che crescono all’intero di Parchi o Riserve Naturali.
- Non esagerate nella raccolta, in modo che il patrimonio floristico possa rigenerarsi.
Attrezzatura del raccoglitore di erbe
- Una guida tascabile.
- Un paio di forbici da giardino ben affilate.
- Una borsa di stoffa o un cestino.
Quando e come raccogliere le erbe selvatiche
La mattina, quando la rugiada si è già asciugata o la sera verso il tramonto:
- Foglie: preferibilmente prima della fioritura, staccandole una ad una dalla pianta, oppure togliendo l’intero rametto nel caso fossero foglie molto piccole
- Fiori: staccarli delicatamente uno ad uno quando sono appena sbocciati, oppure recidendo la parte fiorita, nel caso di un’infiorescenza
- Frutti: quando sono completamente maturi
- Semi: poco prima della completa maturazione, prima che la pianta li inizi a disperdere autonomamente
- Radici e rizomi: quando la pianta è in riposo vegetativo, ossia in autunno
Attenzione: si consiglia di non raccogliere parti vegetali bagnate perché l’eccessiva umidità può causare deterioramento o fermentazioni!
Come conservare le erbe? L’essicazione
Subito dopo la raccolta, se le erbe sono impolverate o sporche, vanno lavate e poi asciugate con aria calda. Dopo il lavaggio, possiamo iniziare a suddividerle per specie. Si può passare ora all’essiccazione, che può avvenire al sole, in forno (senza superare i 35°C per le parti aeree della pianta, quindi fusto, fiori e foglie, mentre si sale fino a 50-60°C per le radici e i rizomi ) o tramite essiccatore. I tempi di essiccazione dipendono fondamentalmente dalla quantità di acqua che è necessario eliminare.
Tendenzialmente si tratta di 15-20 giorni per radici, fusto e corteccia, 8-10 giorni per le foglie e 3-4 giorni per i fiori. La certezza dell’avvenuta essiccazione è data dal fatto che il materiale è secco e non lascia sulle mani dei residui di umidità. A questo punto si può passare alla fase della conservazione, che va fatta al riparo da aria, luce, umidità e polvere.
Apporre un’etichetta su ogni contenitore, indicandovi il nome della pianta, la parte e la data di raccolta. Non è il caso di conservare quantità ingenti di erbe, perché con il passare del tempo i principi attivi tendono a indebolirsi, fino a scomparire.
Quali erbe raccogliere
La scelta è molto ampia e dipende dal luogo e dalla stagionalità, in ogni caso molte erbe sono ben diffuse anche nelle aree delle grandi città, basta andare appena fuori per trovare luoghi adatti per dedicarsi alla raccolta. Il consiglio è di munirsi di una guida (ad esempio Erbe Selvatiche per Cucinare e Stare Bene di Stefania Del Principe, Luigi Mondo) di focalizzarsi su alcune piante, e partire da quelle, in modo da concentrare l’attenzione su poche tipologie diverse e di volta in volta imparare a memorizzarle.
Tra le piante più diffuse e interessanti di cui parleremo più approfonditamente nei prossimi articoli ne citiamo solo alcune: la Calendula (proprietà antinfiammatoria, antisettica, cicatrizzante, antimicrobica, antispasmodica) che fiorisce da Giugno a Novembre e la Malva (Proprietà:antinfiammatoria, emolliente, lassativa, diuretica, lenitiva) che fiorisce tra Giugno e Ottobre: entrambe si raccolgono in estate e di entrambe si utilizzano sia i fiori che le foglie.
La Celendula – tipica delle regioni Mediterranee – in Italia è diffusa su tutto il territorio, fino a 600m s.l.m., in campi, incolti, ai margini di strade di campagna. La Malva invece si trova nei prati, lungo le strade e i campi abbandonati, fino a 1200m di altitudine. Interessanti per le loro proprietà sono anche l’iperico, il sambuco, il tiglio, la piantaggine. Ma queste sono solo alcune, da cui vi consigliamo di partire alla scoperta del fantastico mondo della erbe. Un mondo che abbiamo spesso vicino a casa, e che non conosciamo ancora.