La Lavanda nella storia
Pur se Lavanda è molto nota sia in Aromaterapia che in Fitoterapia, non sappiamo il luogo di origine di questo arbusto. Alcuni studiosi ipotizzano sia l’Arabia, mentre altri pensano sia l’Africa settentrionale.
Gli antichi Egizi la impiegavano nei processi di mummificazione (per le sue proprietà antisettiche e battericide) e nella preparazione di essenze e unguenti.
Anticamente la Lavanda veniva chiamata Nardo, e le sue origini venivano fatte risalire sino all’India. A questo proposito, la Bibbia cita questa pianta quando racconta che la regina di Saba offre al Re Salomone mirra, nardo ed incenso.
Plinio il Vecchio descrive la Lavanda come una delle erbe officinali maggiormente utilizzate nella sua epoca, la quale veniva impiegata soprattutto nella cura delle lesioni cutanee (quali tagli ferite, abrasioni, ecc.).
I soldati romani, nelle loro numerose spedizioni, portavano sempre nel loro equipaggiamento una piccola scorta di lavanda, al fine della cura delle ferite e della pulizia personale.
Il termine Lavanda, non a caso, deriva dal lessico romano, ed in particolare dal gerundio del verbo latino lavare che indica, appunto, l’uso de fiori di lavanda per abluzioni, bagni e lavaggi.
Specie botaniche
Attualmente in commercio sono maggiormente note due varietà di Lavanda, le quali sono le più pregiate dal punto di vista aromaterapico: la Lavanda Officinale e la Lavanda Angustifolia. Oltre a queste essenze, si sta facendo avanti un’essenza dal costo decisamente contenuto, ma che ha minori proprietà, ovvero l’olio essenziale di Lavandino, che in realtà è un ibrido creato dall’uomo.
Esistono, tuttavia, numerose qualità di Lavanda, dalle quali viene estratto l’olio essenziale tramite distillazione in corrente di vapore delle sommità fiorite (ovvero spighe, steli e fiori), le quali hanno delle proprietà più o meno spiccate a livello aromaterapico. Le piante di Lavanda sono degli arbusti perenni appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae (o Labiateae), i quali sono originari del bacino Mediterraneo e fioriscono nel periodo estivo, precisamente tra giugno e luglio.
- La Lavanda officinale (Lavandula officinalis o lavanda selvatica, più comunemente nota come “lavanda dei giardini”) è una piccola pianta con pochi steli floreali, la quale cresce in piccoli cespugli tra i 900 e gli 1800 metri di altezza, e predilige terreni calcarei e secchi, che hanno una buona esposizione al sole ed una buona ventilazione. È una pianta molto resistente, in grado di far fronte all’estate più torrida come al rigore dell’inverno più rigido.L’olio essenziale estratto da questa pianta (comunemente noto come “Lavanda extra” o “Lavanda officinale extra”) è il più apprezzato in Aromaterapia, poiché è quello maggiormente efficace. Tuttavia, avendo una resa limitata (al punto che ne vengono prodotti solamente pochi chilogrammi) è, di conseguenza, difficilmente reperibile in commercio. Inoltre, questo olio viene tuttora raccolto a mano ed ha un costo superiore rispetto alle altre varietà di Lavanda, le quali sono però decisamente inferiori dal punto di vista aromaterapico.
- La Lavanda vera (Lavandula angustifolia) cresce in terreni pianeggianti, nei quali è possibile fare delle coltivazioni più estese, ed è una pianta di maggiori dimensioni, la quale ha circa venti o trenta sommità fiorite. Essa è un «arbusto legnoso perenne», che raggiunge l’altezza di un metro, con strette foglie lineari, di color verde chiaro, e fiori caratterizzati dal un bel color blu-violetto, i quali sono raccolti in spighe smussate. Tutta la pianta è estremamente aromatica, ed è originaria dell’area mediterranea, pur se attualmente essa viene coltivata in tutto il mondo. L’essenza più pregiata di Lavanda vera proviene dalla Francia. Tuttavia sono presenti coltivazioni di qualità medio-alta in Italia, Spagna, Bulgaria, Grecia, ex Jugoslavia, Inghilterra, Tasmania ed Australia.
- La Lavanda spigo (nota anche come Lavandula spica o Lavandula latifolia) è una pianta sub arbustiva perenne ed aromatica, la quale raggiunge l’altezza di un metro, con foglie lanceolate, le quali sono più larghe e ruvide rispetto a quelle della Lavanda vera. Essa predilige i terreni calcarei e secchi, con esposizione a sud e cresce una altezza di 800 metri. Pur essendo autoctona delle regioni montuose spagnole e francesi, la sua coltivazione si è estesa altresì in Italia, in Africa settentrionale, e nei paesi della Ex Jugoslavia ed, in generale, nei paesi dell’area mediterranea occidentale. Attualmente le aree di maggiore produzione sono la Spagna e la Francia.
- La Lavanda stoechas (o Lavandula stoechas) è un piccolo arbusto con fiori color violetto scuro, che cresce tra i 300 ed i 600 metri di altezza, in terreni silicei situati nelle macchie mediterranee, nelle pinete e nelle aree prossime al mare. Dioscoride, famoso medico greco, racconta dell’erba odorosa nota come “stoecha”, la quale prendeva il nome dalle isole Stecadi. Si pensa che tale descrizione corrisponda a quella che oggi è nota come “Lavanda Stoechas”.
- Il Lavandino (noto anche come Lavandula hybrida, Lavadula x intermedia o più comunemente nota come “lavanda bastarda o lavandina) è, in realtà, un incrocio tra la Lavandula angustifolia e la Lavanda spica. Rispetto alla lavanda selvatica, notiamo che i cespugli di lavandino sono enormi con moltissime sommità fiorite, ed i coltivatori li dispongono in file ordinate in modo da costituire delle linee diritte. Esistono molte coltivazioni di Lavandino, ai quali sono stati dati dei nomi altisonanti, quali “Grey Hedge”, “Silver Grey” e “Alba”. Esso è originario delle regioni montuose della Francia meridionale, tuttavia viene attualmente coltivato soprattutto in Spagna, Francia, Ungheria, Argentina ed Ex Jugoslavia.È bello trascorrere del tempo in queste immense distese ondeggianti e profumate, in grado di donarci la calma della mente e la pace dei sensi. Grazie a questi enormi campi coltivati è inoltre possibile produrre il pregiato miele di Lavanda.