“Da principio, la via che porta alla meta è caotica e indiscernibile; soltanto gradualmente aumentano gli indizi di una direzione verso una meta. La via non è rettilinea, ma apparentemente ciclica. Conosciuta meglio, è risultata essere una “SPIRALE”
C.G.Jung, Psicologia e alchimia
Una delle chiavi dell’armonia vitale è l’equilibrio, gli elementi e gli agenti naturali che lo regolano sono soggetti a trasformazione e cambiamento e la natura ci offre degli esempi che inducono a pensare alla loro azione secondo un modello circolare e spiraleggiante. È nota la proporzione armonica della spirale, in passato tanti scienziati ne hanno studiato e dimostrato le leggi e la semplicità che si riflette nelle matematiche armonie incluse in essa.
E’ un modello che si riflette nella natura, nei frutti, nelle angolazioni delle stelle, nella Terra e nel Cielo. Ed è essa una delle chiavi per comprendere il linguaggio del divino che si manifesta nell’immanenza della natura terrestre. Essa con l’idea di un movimento che vortica su sé stesso, induce nella mente dell’uomo l’idea dell’infinito scorrere e mutare del tempo, dei cicli che inducono le trasformazioni ma anche dell’assoluta mancanza di vita presente nella stasi, nel movimento effimero della retta.
Ogni elemento a cui essa è collegata ne riflette, come uno specchio, le leggi e le proporzioni. Nella terra e nel cielo. Già nelle antiche terre di Palestina e dell’Egitto, il movimento a spirale veniva usato per i riti religiosi, nei gesti dei sacerdoti, nei segni che si imprimevano ai sofferenti, nei testi antichi che riflettevano i moti di ispirazione dell’animo umano.
È un simbolo antico che ha lasciato la sua impronta come archetipo eterno e che ha ispirato da sempre artisti e uomini di genio.
Ma aldilà della sua rappresentazione nel mondo degli uomini essa riflette un principio universale che può essere tradotto e meditato in tutti i campi dello scibile umano e divino. Rispecchia il movimento della vita e della guarigione, in essa, nel senso del suo vorticare risiede la chiave del vitalismo e della salute, ma anche dell’evoluzione e della trasformazione dell’anima.
Da qualsiasi punto di riferimento si voglia partire, da qualsiasi scala terrena o divina, il movimento a spirale ci indica la via per poter risalire inglobando ciò che è necessario trasportare e lasciando ciò che è inutile e superfluo secondo una traiettoria che riflette disegni occulti. Nel mondo dei colori, per esempio, la trasformazione di essi a seconda dello spettro luminoso ne testimonia il processo di purificazione. Dal nero al bianco lo spettro si evolve con forze che si intersecano lasciando sfumature sempre più pesanti tenendo conto del processo di evoluzione della forza che induce la trasformazione della luce. Anche all’interno dello stesso spettro cromatico, le sfumature variano dall’impuro al puro a seconda della capacità della luce di intervenire sulla densità-materia. E così passiamo dal verde acido e colmo di residui inquinati e pesanti al verde luce, luminoso e brillante che è espressione di amore e forza di rigenerazione.
Ben conoscevano questa legge gli antichi egizi, che nelle loro rappresentazioni iconografiche, facevano un uso sapiente del significato sottile dei colori, che permeati delle leggi sacre dovevano trasmettere a chi li osservava un preciso stato d’animo che era quello della legge intrinseca di cui l’immagine era permeata. L’uso sapiente delle sfumature cromatiche a cui si applicava la legge dell’armonica spirale era un esempio di “arte oggettiva” cioè un modo di trasmettere delle verità che non dava spazio a interpretazioni individuali ma che al contrario doveva trasmettere a tutti coloro che la guardavano il medesimo messaggio. Nella “Case della Vita” edifici dediti alla medicina sacerdotale annessi ai templi egizi, ogni stanza era intrisa di una cromatura specifica, e il colore agiva sull’aura e sui corpi sottili delle persone che vi soggiornavano imprimendo in essi gli input adeguati per favorire il processo di guarigione. Era l’inizio di un processo vorticoso, il principio di una spirale che doveva indurre il movimento ritmico insito nello stesso corpo dell’uomo verso l’autoguarigione e la salute.
Antichi saperi e conoscenze che spesso venivano usati anche per processi inversi, imprimendo nelle cellule i segni che dall’oscurità davano i criteri per l’involuzione in forme disturbanti l’armonia naturale delle cose. Come in alto così in basso, l’antico motivo di Ermete si fissava così nell’animo inconsapevole di chi non conosceva le leggi occulte che determinano la manifestazione dell’ordine e del disordine vitale.
Nell’intreccio e nella mescolanza degli elementi nasce allora il Dinamismo, il quinto elemento o forza mercuriale che è la trasformazione e la modulazione degli altri quattro in Uno.
Il movimento dinamico, è una spirale mirabile o meglio algoritmica in quanto il riassorbimento e la trasformazione di un elemento nell’altro non avviene in maniera netta, cambiando stato in una trasformazione totale, ma inglobando e trasformando lentamente l’uno nell’altro. Il fuoco nella sua aspirazione verso l’alto, e nel suo potere altamente purificatorio si imprime di densità crescente fino a ridursi in cenere e successivamente in materia densa e chiarificata nella terra e nel suolo, essa secca e potenziata dalle virtù minerarie del terreno viene investita dai liquidi che scorrono e rendono intrisa la sostanza di un nuovo virgulto che si manifesterà come seme tendente verso l’alto, rigenerato e nuovamente pronto a riprendere il ciclo.
L’acqua che scorre nelle venature della Terra riemerge al suolo e colora, ricoprendo dei suoi doni le ghiaie pietrose dei terreni aridi, ritorna poi al cielo con l’influenza del sole, apportatore di luce e vita e fautore del movimento che induce alla stabilizzazione del tutto. La vita, dunque, non deriva dalla funzionalità dei singoli elementi che presi singolarmente si rivelano poco vitali, ma dalla miscelazione dinamica di essi, che può produrre unione e differenziazione.
Questo dinamismo miscelante gli elementi è il Mercurio, che è il quinto elemento e negli organismi la quinta funzionalità, simboleggiato dal Dio Hermes, il più veloce degli dei, perfetto per dinamizzare, miscelare e collegare gli altri quattro elementi e funzioni. Il movimento dinamizzante del quinto elemento è una miscelazione di tipo circolare con la funzione di mescolare gli opposti e impedire gli eccessi delle singole funzionalità degli elementi. Questa caratteristica spiraleggiante, è essenziale per i processi vitali ma nello stesso tempo applicabile nei processi di riequilibrio e armonizzazione tramite stimolazione della forza auto-guaritrice presente nel corpo.
E’ una funzionalità presente in tutte le tradizioni terapeutiche antiche. Così vediamo che nella MTC il quinto elemento è il Metallo mentre nella medicina indiana è l’etere, in ognuna di esse è elemento mobile e informazionale che avvia il processo di cambiamento verso la riconquista dell’omeostasi e della salute.
Quale può essere il veicolo tramite il quale possiamo attivare la funzionalità del quinto elemento e intervenire per modulare un eventuale squilibrio?
Esso è informazione frequenziale, attivata ( per esempio) tramite la risonanza dei biofotoni ( luce e colore) meglio ancora se combinati con frequenze olfattive ( oli essenziali) e musicali (frequenze sonore).
Come un diapason che accorda i vari piani dell’organismo umano (fisico, energetico, psichico) la giusta informazione trasmette tramite il giusto ritmo frequenziale gli impulsi che riequilibrano tramite le reazioni organiche il disordine casuale che può essere il terreno dell’evento patologico.
La legge è unica e si applica nella manifestazione di tutto ciò che include la bellezza e la gioia, la disarmonia e il male, inteso come deviazione all’ordine vitale.
I segni, e le frequenze che ad esse sono correlate, impressi nel corpo e nell’anima, come input di verità antiche e eterne, hanno oggi come allora la stessa funzione di reiterare forze e volontà impresse nell’eterno serbatoio universale e provenienti da input divini concepiti nel crogiolo delle memorie ataviche di forze onnipresenti. E gli uomini più evoluti, nel corso del tempo hanno attinto con intuizioni improvvise a questo incredibile e presente tesoro, lanciando segnali e teorie in tutti i campi della conoscenza umana.
Nella matematica, nella fisica, nella medicina e nell’arte si riflettono le simbologie archetipiche che sanno imprimere in chi ne attraversa senza forzarne il significato, la forza e la potenza dei sentieri che portano al contenuto essenziale che può indurre la trasformazione.
Gli insegnamenti insiti nella Natura, nelle forme, nelle essenze, nella materia, nella densità di diverso livello, che inducono a vari tipi di manifestazioni e trasmettono verità che si esprimono in sostanze e forme, sono la dimostrazione che esiste una intelligenza intrinseca all’essere che gioca con il mondo della manifestazione come un creatore che imprime la vita alle sue creature.
E l’uomo? Come può cogliere le verità presenti nella sua dimensione senza rischiare di perdere il senso del suo divenire?
Oggi, e nel corso dell’evoluzione del tempo, ne ha perduto il contatto primigenio, distratto e circuito da meccanismi malsani che si sono introdotti nel suo cammino come essere universale, allontanandolo dall’origine divina della sua anima. Il processo è all’inverso, per poter riconoscere l’estremo vortice della sua spirale di vita deve ridiscendere in basso e cercarne l’origine, il punto di unione con l’infinito impulso di cui ha perso la consapevolezza.
Sfidando le leggi naturali, ha ricondotto il suo sentire alla superficie dell’esistenza, perdendo contatto con la verità innocente di ciò che è, di ciò che il suo seme divino trasmette. Le antiche tradizioni, la naturopatia, la cura con gli agenti naturali, i gesti primordiali presenti in molte pratiche antiche hanno il compito di risvegliare e rimettere a punto questa possibilità di riconnessione con la spirale originaria che può permettere all’essere umano di ritrovare la via verso se stesso e la sua origine divina.