Mi fermo incredula sull’asse che introduce la Porta degli Uomini
le stelle vicine, sembrano instillare gocce di luce
Fra i boschi, ricerco la linea che mantiene in bilico l’oggi e il domani.
Sospesa fra l’oscurità di una notte in espansione e un mattino più breve
attraverso la soglia di un presente senza tempo…

Ci sono dei momenti durante il corso dell’anno solare che hanno un significato profondo nella loro influenza sulla vita del nostro pianeta e sull’equilibrio globale dell’intero sistema planetario.

Chiaramente ci riferiamo ai Solstizi d’estate e d’inverno e agli Equinozi di primavera e autunno. Nel moto apparente del Sole, ci sono dei ritmi che fin dall’antichità (nei vari culti misterici ad essi dedicati) hanno avuto un significato di cambiamento, trasformazione, nascita, morte, luce e tenebre.

In particolare il Solstizio d’inverno ( legato al segno del Capricorno e alla figura di San Giovanni l’evangelista) viene anche definito la Porta degli Dei perché con esso la luce rinasce (Natale) e il Sole inizia il suo percorso di crescita delle ore di luce, che raggiungeranno il culmine durante il Solstizio d’estate ( 21/22 giugno segno dei Gemelli legato alla figura di San Giovanni Battista) detto Porta degli Uomini in quanto da quel preciso momento, dopo la massima declinazione, il Sole inizia a decrescere, aumentando sempre più la durata del buio nell’equilibrio delle 24 ore del ritmo giornaliero.

Il Solstizio d’Estate o Porta degli Uomini

La data del Solstizio d’estate non è fissa (fra il 20 e il 21 giugno) in quanto ogni anno ritarda di 6 ore rispetto all’anno precedente, riallineandosi negli anni bisestili.

Per avere chiara la mappa del cielo in questi giorni riporto il parere del Dr. Alessandro Arena, docente di Alchimia, Spagiria e Astrodiagnosi presso l’Accademia dei 2 mari di Messina.

Il Solstizio di Estate è il momento dell’anno in cui, nell’Emisfero Nord, le ore di luce diurna raggiungono il massimo della durata (in Italia, circa 15 ore, contro le circa 9 ore di buio).

Ore di luce diurna che avevano cominciato (o meglio, ricominciato), a partire dall’Equinozio di Primavera, a prevalere sempre di più sulle ore di buio nell’arco della giornata.

Si ricordi che nel momento degli Equinozi, in tutto il mondo, si hanno 12 ore di luce e 12 di buio.

Nell’Emisfero Nord, al quale apparteniamo, dall’Equinozio di Primavera in poi il Sole comincia ad andare, apparentemente, in direzione Nord, raggiungendo il massimo dell’altezza sull’orizzonte proprio nel giorno del Solstizio d’Estate (0° del Segno del Cancro), corrispondente al raggiungimento del Punto Nord dell’Eclittica, il punto più elevato dell’Eclittica (che implica il massimo della luminosità).

Questo luogo del cielo, questo momento dell’anno, scandiscono l’inizio dell’Estate; da questo momento, la durata della luce diurna, raggiunto il massimo, comincerà a diminuire, anche se quasi impercettibilmente, ma la forza del calore aumenterà, raggiungendo il massimo nel segno del Leone (tra Luglio e Agosto).

Si può notare questo distanziamento del Sole dal punto equinoziale osservando il sorgere del Sole in questi giorni: il punto del sorgere è decisamente più spostato a “sinistra”, guardando l’orizzonte, rispetto ai mesi precedenti, o meglio, il Sole è sorto, in questi giorni, sempre più a “sinistra” (perché sorge, dall’Equinozio di Primavera in poi, sempre più in direzione Nord-Est). Dal Solstizio di Estate in poi, il Sole tornerà verso Est (verso “destra”), tornando al nuovo equilibrio proprio quando raggiungerà il punto Est, all’Equinozio di Autunno (12 ore di luce e 12 di buio).

È stato altrettanto interessante, in questi giorni, notare come la Luna (che è stata piena il 14 Giugno) è sorta, in queste sere precedenti al Solstizio, in direzione Sud-Est (molto più a destra, quindi, rispetto al punto in cui sorgeva il Sole nello stesso periodo).

Si è creata, quindi, questa condizione di distanza tra i due Luminari, che verrà colmata quando il Sole e la Luna si ricongiungeranno, il 28 Luglio (poco prima delle 20).

Quest’anno, il Solstizio d’Estate avverrà il 21 Giugno alle ore 11,16.

Quel giorno, quando sorgerà il Sole (alle 05,46), se guarderemo molto in alto incontreremo la Luna dalla tipica forma a semiluna che ricorda una lettera “C”, che indica l’ultimo quarto di Luna calante (in cui, cioè, si forma un angolo di 90° tra Sole e Luna).

La Luna, a sua volta, avrà non distante da sé (verso Est) Giove e, ancora un po’ più verso Est, Marte.

Luna, Giove e Marte saranno tutti nel Segno dell’Ariete, abbastanza visibili durante la notte precedente.

Venere sorgerà “mattutina” (prima del Sole) nel Segno del Toro, e Mercurio, altrettanto “mattutino”, nel Segno dei Gemelli.

Quindi, a parte Saturno (che nel frattempo si trova nel Segno dell’Acquario), che sarà già tramontato, tutti gli altri Corpi Celesti della Tradizione si troveranno, al momento del Solstizio, in cielo, anche se non sarà possibile vederli perché inevitabilmente alle ore 11,16 il Sole illuminerà tutto il cielo e renderà invisibili tutti gli altri Pianeti (tranne, forse, un poco la Luna, che sarà però molto evanescente, quasi trasparente).

In conclusione, il 21 Giugno 2022 (già a partire dalla notte precedente) sarà un momento particolarmente “interessante”, sia da un punto di vista astronomico/astrologico sia da un punto di vista osservazionale.”

Fin dalle più antiche civiltà (Mesopotamia, Egitto, Cina, India, Grecia e Roma) questi eventi astronomici hanno avuto un significatomagico-misterico in quanto vissuti in correlazione a leggi analogiche che relazionavano gli Dei, personificati soprattutto dal Sole e dalla Luna, e le loro influenze sulla Terra e sugli uomini.

Dalla nascita della manifestazione della luce (solstizio d’inverno) alla sua massima espansione (solstizio d’estate) l’influenza dell’Astro celeste dovrebbe favorire sugli uomini e sulla natura un processo di disvelamento e di purificazione, una graduale trasformazione degli aspetti luminosi e un immagazzinamento delle scorie nell’ombra che con il calare della presenza del sole dovrebbero essere eliminate tramite un lavoro di raccoglimento e trasformazione (le piccole morti dell’autunno).

La simbologia analogica del Sole nel suo apparente moto di arresto e nel suo “camminare all’indietro” si riflette anche nell’eclittica del Tropico del Cancro, costellazione a cui si fa riferimento durante il Solstizio e che come caratteristica animale ci ricorda il tipico moto a ritroso nell’andamento del granchio.

La Medicina Solstiziale

Per la Medicina Cinese è il momento della massima espressione dello Yang, dell’energia del Fuoco, del colore Rosso, del calore nel corpo che analogicamente viene associato alla coppia Cuore-Intestino Tenue.

Nonostante sia il trionfo della Luce e del Fuoco questo periodo è molto problematico per chi soffre di malattie cardiache o di depressione. Non è un caso che d’estate gli arresti cardiaci siano più frequenti e le crisi depressive in netto aumento. E’ il momento in cui il chakra del cuore ha maggiore bisogno di riequilibrio e di contatto con gli agenti naturali (mare, aria di montagna, contatto con la terra camminando scalzi, assorbimento di energia solare) e in cui il terzo chakra (legato all’intestino e all’apparato gastrointestinale) ha bisogno di purificazione con liquidi, cibi drenanti e disintossicanti. Laddove lo Yin è in sovraccarico l’energia dello Yang viene surclassata e produce una reazione compensatoria che spesso provoca disturbi di vario genere legati agli apparati cardiocircolatorio e viscerale.

Come sempre la Natura ci aiuta a compensare, a riequilibrare, ad allineare noi stessi con i ritmi astronomici e planetari, offrendoci pratiche e rimedi che permettono di superare eventuali disturbi e godere appieno del momento magico propizio per la nostra evoluzione e la nostra salute .La tradizione popolare ha dato al solstizio una valenza terapeutica potenziata per il particolare legame con il mondo religioso-astrologico tanto da assegnare ai rimedi e alle pratiche di quei giorni il nome di “medicina solstiziale”

Questi rituali terapeutici legati ai due momenti astronomici avevano come elementi centrali l’acqua e il fuoco. Essi coadiuvavano i riti di passaggio e di purificazione e segnavano la via per l’attraversamento di porte o portali verso una nuova fase della vita e della relazione con la propria interiorità, del rapporto con la natura e dell’eliminazione di forze negative, spesso ragione e concausa di malattie e eventi sfavorevoli.

Pratiche e rimedi

Intanto il contatto con gli agenti naturali e la pratica di tecniche igienistiche diventano quasi una abitudine ormai cristallizzata nella società moderna, recarsi in spiaggia, ricevere bagni di sole e di mare, passeggiare nei boschi, riposare seguendo il ritmo di luce e ombra divengono delle esigenze che durante l’estate vengono praticate sempre più spesso e che hanno la capacità di resettare l’organismo e la mente verso il rinnovamento.

Per quanto riguarda i rimedi, una delle pratiche più diffuse fra erboristi e terapeuti della natura è quella di preparare degli oleoliti con il metodo della solarizzazione, pratica antichissima che risale all’antico Egitto e che consiste nel porre parti di piante in olio vegetale e lasciarlo macerare per circa 21, 28 o più giorni sotto l’azione del Sole di Luglio o Agosto.

Le virtù delle piante vengono arricchite dall’energia del Sole che imprime le sue qualità vibratorie al preparato, potenziandolo e dinamizzandolo con un contenuto sottile che ne amplificherà l’uso e l’efficacia.

“È difficile risalire con precisione all’origine del macerato solarizzato… « Sembra che questa tradizione risalga all’antico Egitto, dove si utilizzava ampiamente la macerazione delle piante e le si esponeva al sole, Râ, considerato una divinità e fonte di vita. Questa solarizzazione aveva per gli antichi egizi virtù sia fisiche che spirituali.Questo metodo esisteva anche in Cina, ed è menzionato da Santa Ildegarda di Bingen nel Medioevo. Una pratica poco nota ma molto utilizzata da guaritori e streghe nelle campagne, che attribuivano proprietà magiche all’esposizione alla luce solare. », dichiara Claudine Luu, dottoressa in farmacia e autrice del libro del riferimento in materia, LesHuiles de fleurssolarisées (éd. Dangles, 2013)”

L’iperico detto “Figlio del Sole”

Preparazione d’elezione durante i giorni del Solstizio è quella dell’ Oleolito di Iperico o erba di San Giovanni(detta anche scacciadiavoli). Vale la pena soffermarsi sulle virtù e le leggende appartenenti a questo rimedio che si dice abbia proprietà miracolose e che può essere preparato da chiunque lo faccia con rispetto e amore. Le sue virtù sono molteplici, antinfiammatorio, analgesico, cicatrizzante, lenitivo, rigenerante.

La leggenda più antica si riferisce alla mitologia greco-romana secondo la quale l’iperico deriverebbe dal sangue di Prometeo che venne punito da Zeus per aver donato il fuoco agli esseri umani, simbolo della luce della ragione.  La luce diventa anche foriera di consapevolezza della presenza della morte per cui rappresenta un dono ambivalente. Viene definito “scacciadiavoli” in quanto gli viene attribuita la virtù di tenere lontani gli spiriti maligni.

La notte di San Giovanni (23 Giugno) da moltissime tradizioni viene considerata magica e miracolosa, vi sono dei luoghi dove i malati venivano immersi nel mare o nei fiumi (elemento acqua), altri in cui si dà maggiore significato e potere alla rugiada (si dice che guarisca dalle malattie agli occhi e che aiuti contro l’infertilità), in tanti altri si accendono dei falò dove si bruciano delle ghirlande e degli arbusti. Famosa è la preparazione dell’acqua di San Giovanni o della chiara d’uovo posta in un recipiente d’acqua ed esposta all’influenza notturna e che con strani disegni rivela il giorno dopo la risposta a dei quesiti posti mentre la si prepara.

L’Iperico viene definito il “Figlio del Sole” portatore di luce, la sua raccolta ( fra il 23 e il 24 giugno) si avvicina all’evento astronomico (Solstizio) in cui la luce predomina sulle tenebre, e dunque è un ottimo rimedio antidepressivo, trasportando le virtù benefiche dei raggi solari sul mondo delle ombre dell’inconscio.

Infine anche la sua forma, il suo colore, la sua bellezza ci ricorda lo splendore del sole, che porta la luce al corpo ma soprattutto all’anima, in particolare alle persone fragili e sensibili che beneficeranno delle sue molteplici virtù vivendo l’esperienza della rinascita nella luce.

La Menta e il suo potere magico

Altra pianta legata alla festa di San Giovanni Battista nella tradizione cristiana è la Menta Piperita, anch’essa associata alle feste del solstizio d’estate considerato come momento particolare e “magico” per il mondo della natura e per l’uomo, esposto ai benefici influssi cosmici. Nell’antichità la menta era considerata una pianta capace di mettere in fuga i serpenti (simbolo cristiano del demonio), di riconciliare la vita, di allontanare la paura della morte. Il potere di vincere le forze delle tenebre e del male è ad essa riconosciuto (come anche all’Iperico) e per analogia a San Giovanni (voce che grida nel deserto) veniva considerata un buon rimedio contro la perdita della voce.

Come in Alto così in Basso…

Nell’allineamento con i ritmi naturali e nell’aspirazione alla luce, l’uomo dovrebbe sempre di più ritornare al significato primigenio di queste antiche leggende e tradizioni, estrapolando da esse il significato sottile che rende la consapevolezza il rimedio “in nuce” per trasportare le vibrazioni di guarigione e salute dentro il proprio corpo, tenendo presente che analogicamente tutto ciò che accade nel cosmo avviene anche dentro di noi.

Autore

Docente di Lingua Inglese e Spagnola consegue il Diploma in Naturopatia, ha inoltre approfondito l’analisi e la conoscenza della tecnologia di indagine secondo la tecnica GDV tramite lo strumento “Bio-Well” con due corsi di 1 e 2 livello di cui l’ultimo sulla lettura psico-emozionale del campo energetico conseguito con la Presidente dell’Associazione Olistica “Metamorphosis Holistic Center” sita in Gioia Tauro (RC),