La salute fisica, dal punto di vista della moderna scienza, può essere studiata attraverso l’analisi di diversi parametri di riferimento che forniscono un’approssimazione quantitativa dello stato di benessere di un organo o di un sistema.

Detto più semplicemente, abbiamo valori di riferimento che ci orientano sullo stato di benessere di tutte le nostre funzioni vitali, le più importanti, perché regolano tutte le altre, che sono: lo stato del sistema nervoso autonomo e quello del sistema immunitario. Entrambi questi sistemi sono autonomi, cioè non soggetti al nostro controllo volontario diretto, bensì lavorano “da soli”, “automaticamente”; il primo per mantenere l’equilibrio di tutte le funzioni vitali, il secondo per mantenere l’integrità e la comunicazione di e tra tutti i sistemi. Questi due sistemi collaborano poi finemente a livello del DNA, per selezionare i geni e le molecole più adatte da far esprimere in diversi momenti e situazioni vitali. Seguire tutti i passaggi dell’uno e dell’altro, le infinite combinazioni e gli scambi, richiede uno studio molto lungo, e se siete appassionati della materia, vi consiglio di studiare direttamente sui testi di Stephen W. Porges, tra i professori di neuroscienze senz’altro il più all’avanguardia.

Brevemente, in questo testo, vorremmo solo mettere l’attenzione su un elemento della fisiologia umana che può darci saggi indizi su cosa sia il benessere psicofisico: l’amore.

Abbiamo detto che i sistemi che regolano tutti gli equilibri, la comunicazione e l’integrità del nostro organismo, sono “autonomi”, gli scienziati si sono quindi chiesti se ci fossero fattori che influenzino positivamente o negativamente il funzionamento di questi sistemi e la risposta è stata per molti talmente sorprendente, che ancora oggi la maggior parte della medicina applicata, non riesce ad integrare queste nuove informazioni con la pratica clinica quotidiana.

In poche parole gli elementi che regolano positivamente o negativamente le nostre funzioni biologiche, così come quelle di tutti gli altri esseri viventi, sono di pertinenza dell’anima, cioè si tratta di tutte quelle disposizioni, sentimenti, emozioni e aspirazioni che guidano i nostri comportamenti e le azioni materiali.

In particolare nella biologia dei mammiferi gli elementi importanti, la cui influenza sullo stato di salute del corpo fisico è ben documentata, sono: l’amore materno; l’empatia; la compassione; l’altruismo; la resilienza e la collaborazione o partecipazione nella comunità. Non per niente pochi anni fa, nel 2008, è nato nel cuore dell’Università di Medicina di Standford, un centro di ricerca per la compassione e l’altruismo, e in moltissimi paesi nascono specializzazioni e associazioni professionali per la Medicina degli Stili di Vita (Lifestyle Medicine).

In ogni caso, come ogni scoperta scientifica di rilievo, il passaggio dalla conoscenza all’applicazione pratica è lento e procede per approssimazioni.

Vogliamo spendere qualche parola in più

3 degli elementi benefici ben noti nella biologia dei mammiferi:

 

  • L’amore materno: il bene rinforza il bene, nella relazione mamma “cucciolo” sembra evidente a tutti i livelli. Rimanendo sul piano fisiologico, ciò che osserviamo è che la produzione di ossitocina, anche detto “ormone dell’amore”, è direttamente dipendente dalla sensibilità materna, cioè tanto più la mamma è felice, rilassata e riesce a godere liberamente delle emozioni che la gravidanza e la maternità le offrono, tanto più equilibrata sarà la produzione di questo ormone. Una equilibrata produzione di ossitocina corrisponde tra l’altro a contrazioni funzionali durante il travaglio; dilatazione ottimale della pelvi durante il parto; produzione di colostro e latte adeguati dopo la nascita; relazioni più durature e soddisfacenti; in pratica un parto e un allattamento sereni e un ambiente familiare solido.
  • La compassione: neurofisiologicamente definita come “incompatibile col giudizio, la paura e i sentimenti di esclusione” è invece, rinforzata da “connessione con il cuore (ascolto, movimento armonico, canto…) e sentimenti di incoraggiamento”, ed è stata largamente studiata come elemento positivo su tutte le funzioni vitali “autonome” dei mammiferi, in particolare determinando uno stato immunitario più forte ed equilibrato.
  • La resilienza e la collaborazione: sono state particolarmente studiate in contesti di ricerca sociale più che biologica, è chiara comunque la loro relazione positiva e virtuosa con la qualità di vita dei singoli e delle comunità.

In conclusione, tutto ciò che è fisiologicamente “automatico” negli esseri viventi e che a sua volta regola tutto ciò che è volontario, è influenzato positivamente dai sentimenti di amore e condivisione che si coltivano nella vita e che a loro volta innescano circoli virtuosi di collaborazione nella società. Alla luce di questi fatti, per quanto riguarda la medicina, una conclusione che ci sembra di poter anticipare, è che sia davvero poco utile continuare a studiare con dovizia di particolari i meccanismi delle patologie, che si innescano appunto per mancanza di quelle che invece sono le basi fondamentali del funzionamento naturale dell’essere umano, le nostre risorse spontanee.

Così come sembra poco utile continuare a ricercare “armi” con cui attaccare l’instaurarsi di questi processi, che altro non sono se non compensazioni fisiopatologiche. E’ invece molto più proficuo far tesoro delle conoscenze sul benessere per studiarlo e migliorarlo sempre di più, facendo in modo che non vengano a mancare i semplici elementi indispensabili alla sua base.

 

Autore

Medico di Famiglia consulente delle associazioni Accademia Shoho e Salutegiovani – Roma e Docente di Medicina Naturale presso il corso di formazione specifico in Medicina Generale della ASL Roma-E.