Una breve descrizione dei vari trattamenti ayurvedici: Rasayana, Panchakarma, Trattamento con olio (sneehana), Trattamenti di fomentazione (swedana).
I punti marma
Nell’ ayurveda, la parola “marma” significa punto vulnerabile o sensitivo. Questi punti vengono utilizzati a scopo diagnostico o per il trattamento di alcune patologie, ma generalmente per incrementare lo stato di salute e la longevità. Anche lo yoga utilizza il concetto di punti marma, attraverso le sue posture favorisce lo scorrere dell’ energia (prana) che è riflessa su tutti i punti sparsi per il corpo. I punti marma in totale sono 107, essi sono connessi direttamente a quattordici “nadi” (plessi nervosi) e ai sette chakra.
Rasayana (le erbe della longevità)
Nell’ ayurveda vengono prescritte migliaia di erbe medicinali, queste sono diverse dalle medicine tradizionali ed hanno un effetto molto più generale e dolce. Le erbe vengono classificate come il cibo ovvero a secondo dei rasa (gusti). Ad esempio una spezia astringente come il peperoncino rosso, può avere un effetto immediato sulla riduzione di muco riducendo così lo squilibrio di kapha.
Panchakarma
Nell’ ayurveda vi sono diverse tipologie di trattamento, ma quella sicuramente più importante è il panchakarma che letteralmente tradotto dal sanscrito significa “cinque azioni” ma effettivamente si svolge secondo le seguenti fasi:
Trattamento con olio (sneehana).
Per diversi giorni vengono fatti assumere al paziente del burro chiarificato (ghee) e semi di sesamo, questi servono ad ammorbidire i dosha e a lubrificare gli organi interni oltre che ad abbassare temporaneamente agni il fuoco digestivo.
Trattamento lassativo (virechana).
Viene dato al paziente del lassativo come ad esempio la senna, al fine di liberare l’ intestino dalle impurità e dalle tossine residue. In questo modo si abbassa pitta ed anche agni.
Massaggio con olio (abhyanga).
Viene praticato un massaggio su tutto il corpo del paziente per un tempo prolungato, dove in base al tipo corporeo vengono scelti l’ olio da utilizzare e le erbe ayurvediche ad esso mescolate. Questo processo serve ad abbassare i dosha in eccesso e dirigerli verso gli organi di eliminazione. A questo processo viene anche associato lo shirodhara, dove viene fatto colare dell’ olio di sesamo caldo sulla fronte del paziente (all’ altezza del terzo occhio) per equilibrare il subdosha prana vata ed indurre un profondo rilassamento del sistema nervoso.
Trattamenti di fomentazione (swedana).
Alcuni bagni di vapore dove sono anche associate delle erbe ayurvediche, hanno la funzione di fare aprire i pori della pelle ed espellere le tossine attraverso le ghiandole sudoripare.
Clisteri (basti).
Vengono somministrati dei clisteri che servono ad eliminare i dosha in eccesso attraverso il tratto intestinale.
Somministrazioni nasali (nasya).
Vengono inalati alcuni oli medicinali e miscele di erbe al fine di pulire i canali dei seni frontali, in questo modo il muco in eccesso viene eliminato e l’ accumulo di kapha che si forma nella testa viene ridotto.
Considerazioni
In conclusione possiamo dire che l’ ayurveda, sistema basato sulla prevenzione, è una scienza efficacissima ed esatta che consente di mantenere uno stato di benessere e salute durevole. Per ottenere tali risultati è però necessario rispettare tutte le regole della natura e vivere in perfetta armonia con essa, se ciò non avviene lo squilibrio dei dosha è il primo sintomo. La fase successiva è la malattia.
Maurizio Padrin
Fonti
Benessere totale (Deepak Chopra)
The holistic principles of ayurvedic medicine (Prof. R.H. Singh)