Cos’è la malattia?

Se  su questo argomento dovessimo interrogare il web, verrebbe in evidenza che  la malattia è una condizione anormale dell’organismo, causata da alterazioni organiche o funzionali che compromettono la salute del soggetto. L’alterazione può riguardare anche lo stato psicologico, in tal caso si parla di malattia mentale.

A proposito di malattia Edward Bach diceva che “la malattia è la fase terminale di un disturbo più profondo: è evidente, affinché un trattamento possa avere successo veramente, che non basterà curare solo gli effetti senza risalire alla causa fondamentale, che andrà eliminata”.

Cause che possono determinare l’insorgere della malattia

Quando si parla di  possibili cause di una malattia è opportuno tenere a mente che queste possono avere fondamentalmente origine o da fattori interni all’organismo oppure da elementi esterni  ovvero da cause inerenti l’ambiente che ci circonda.

In generale ancora oggi, quando si parla di malattia, si fa riferimento alla sintomatologia che essa determina e da questa prende spesso il nome della malattia stessa e sempre ai sintomi della  malattia si fa riferimento per la cura, infatti ciò che viene preso in considerazione  dalla scienza medica è la necessità di fare scomparire il sintomo, senza andare a ricercare cosa possa avere determinato lo scompenso nell’organismo e la conseguente insorgenza del malessere.

Questo tipo di approccio, tipico della medicina contemporanea, rappresenta sicuramente un limite nelle attuali cure delle patologie da cui un individuo risulta affetto, in quanto  non va all’origine del problema.

In generale sarebbe buona pratica,  quando ci ammaliamo, fermarci a riflettere ed  interrogarci sulla nostra vita  per poter attribuire il giusto significato allo squilibrio che si è venuto a creare nel nostro corpo, domandandoci soprattutto la ragione che potrebbe averlo determinato.

La malattia potrebbe rappresentare una pausa necessaria al nostro organismo, manifestandosi  con una disfunzione organica o funzionale.

Può capitare a ciascuno di noi di vivere dei periodi in cui ci nutriamo male o di assumere alcool o di dormire poco, fino a quando il nostro organismo inizia a mandarci i primi segnali d’allarme: stanchezza, emicrania, difficoltà di concentrazione, facilità nel contrarre malattie virali o batteriche, disordine intestinale, questi sono solamente alcuni dei sintomi che si potrebbero accusare come conseguenza di questi eccessi.

Se siamo pronti a cogliere questi segnali,  cambieremo immediatamente stile di vita, prima che si conclami uno stato patologico.

Quando ci ammaliamo solitamente ci curiamo con i farmaci che immetteranno nel nostro organismo altre sostanze chimiche che risolvono il problema  della sintomatologia , senza andare però alla radice del malessere.

In questi casi, poiché il nostro organismo in virtù del processo di omeostasi  tende naturalmente all’assestamento ed al raggiungimento di un nuovo equilibrio, anche se fittizio, i meccanismi di autoregolazione insiti nel nostro corpo faranno in modo che determinate  proprietà chimico-fisiche interne e modelli comportamentali del nostro sistema biocellulare,  continuino a funzionare nel tempo , anche se le condizioni esterne o interne dovessero modificarsi in senso negativo.

Il nuovo equilibrio raggiunto dal nostro organismo è tuttavia precario e non di rado potrebbe accadere che il sopraggiungere di altre alterazioni,  come ad esempio un trauma psicologico o un forte stress emotivo  o fisico, potrebbe  determinare l’insorgenza di una nuova malattia o semplicemente la recidiva di quella già patita in passato.

L’importanza del processo di autoguarigione ed i suoi meccanismi

L’affermazione  negli ultimi trent’anni di una nuova scienza medica, la PNEI, acronimo di Psiconeuroendocrinoimmunologia,  che ha scoperto e che studia le relazioni ed il modo di influenzarsi reciprocamente del sistema nervoso , endocrino ed immunitario,  sta iniziando a cambiare l’approccio alla malattia da parte della medicina occidentale.

Nel campo delle Neuroscienze, la scoperta fondamentale del nesso esistente tra sistema nervoso, endocrino ed immunitario, ha permesso ad alcuni ricercatori in questo settore di comprendere ad esempio che gli  individui con scarsa autostima o con scarse risorse interiori, sono maggiormente propensi ad abusare di sostanze quali alcool, droghe, farmaci o semplicemente cibo spazzatura, rispetto a coloro che hanno un senso di sé spiccato o che coltivano la propria interiorità con diverse attività  o interessi  o che semplicemente mostrano un atteggiamento positivo anche di fronte alle avversità.

Secondo questi studi il primo tipo di individuo sarebbe  soggetto ad ammalarsi più di frequente o a superare con difficoltà le malattie rispetto al secondo tipo.

La PNEI sta dimostrando scientificamente che tutto ciò che accade allo stato di salute dell’organismo  ha origine nella mente e nello specifico nell’area limbica, sede delle emozioni , da cui ha origine il cosiddetto istinto ed i comportamenti che ne derivano.

Questa parte del cervello riceve continuamente informazioni da tutti gli altri organi ed in questa area ha sede il meccanismo di regolazione di molte funzioni vitali, come la respirazione, il battito cardiaco,  l’istinto sessuale, il sonno, la secrezione ormonale, la risposta immunitaria e la regolazione della pressione arteriosa, solo per citare alcuni esempi.

Quando l’individuo viene assorbito completamente dai propri schemi mentali o dalle proprie convinzioni o semplicemente dai progetti che si impone , si verifica un vero e proprio dualismo tra il nostro cervello razionale ed il nostro sistema limbico, sede delle emozioni.

Questo disallineamento, secondo alcuni neuroscienziati,  potrebbe determinare nel tempo un’alterazione del sistema biochimico del corpo, con conseguente produzione in eccesso di  cortisolo (l’ormone dello stress) o di radicali liberi, responsabili di un indebolimento del sistema immunitario  oppure con l’insorgenza di problemi gastrointestinali o cardiovascolari.

Per evitare  o per affrontare lo stato  patologico sarebbe opportuno che il nostro organismo sia messo nella condizione  di produrre sostanze in grado di procurargli benessere naturalmente, come  le endorfine e la serotonina  e  ciò è possibile, ma solamente creando  autostima, buonumore ed empatia.

Quest’ultima  può aiutarci ad entrare in contatto   e a farci comprendere anche chi è molto lontano dal nostro modo di essere o di pensare ed a farcelo accettare.

Negli ultimi anni illustri neuroscienziati  come Antonio Damasio, hanno lavorato per  dimostrare con metodo scientifico il ruolo determinante che le  emozioni avrebbero  nelle alterazioni chimiche e neuronali che avvengono nell’organismo.

Secondo questi ricercatori  le emozioni sarebbero dotate di una carica energetica tale che, se prolungate nel tempo,  ad esempio con un costante stato di rabbia, o paura, o dolore, sono in grado di attivare un vero e proprio cambiamento nella fisiologia umana, spesso con la compromissione di tutti gli organi coinvolti dal sentimento che si sta vivendo.

L’attivazione dell’autoguarigione è possibile?

Esistono delle attività che possono agevolare l’individuo nel raggiungimento di una nuova consapevolezza di sé e  che potrebbero essere d’aiuto nel  processo di  autoguarigione:

  • praticare la Meditazione, in quanto questa attività ci aiuta a superare il logorio incessante della mente ed a concentrarci sulla nostra interiorità;
  • il Reiki, che consente di ristabilire gli squilibri fisici ed emotivi, ricevendo energia vitale dall’Universo attraverso le mani esperte di un operatore qualificato;
  • i Fiori di Bach, che ci consentono di riconnetterci con il nostro Sé (il nostro Io interiore) ed a ristabilire l’equilibrio emozionale alterato;
  • la Psiconalisi, nei casi più gravi, per curare le psicosi, le cui origini risiedono nella parte più profonda del nostro inconscio.

Si tratta ovviamente solo di alcune indicazioni pratiche, in quanto il metodo in assoluto vincente è, oltre l’eliminazione delle possibili fonti di stress, emotivo o fisico,  la ricerca  interiore di quella forza che necessariamente risiede in ciascuno di noi.

Comprendere la nostra vita interiore ci consente di vivere o di affrontare con maggiore distacco gli accadimenti  dell’esistenza e ci rende  consapevoli  che in noi vive una piccola scintilla dell’Energia  vitale della natura che ci circonda.

Autore

Mi chiamo M. Patrizia Garozzo, sono laureata in Giurisprudenza ed ho una autentica passione per il Benessere naturale, i Fiori di Bach ed una sana Alimentazione. Poiché amo scrivere, nel 2017 ho creato un blog interamente dedicato a questi miei interessi, con l'intento di condividere quanto appreso fino ad oggi in questo settore"