Poco si parla di Tecnica Cranio Sacrale e ancora meno del Rilascio Somato Emozionale® Upledger.
Perché? I motivi possono essere molti e svariati.
Nel percorso formativo della Cranio Sacrale Upledger si inizia giustamente con l’aspetto fisico e fasciale della Tecnica: attraverso i trattamenti manuali possiamo andare a ripristinare l’omeostasi dell’organismo, rilasciare tensioni del sistema cranio sacrale e quindi riportare in fisiologia diversi organi, vertebre, etc.. E queste sono le fondamenta, sono come le radici di un albero.
Solo dopo arrivano i moduli specifici sull’aspetto emozionale, quelli che portano il tronco dell’albero ad avere dei rami su cui poi sarà possibile vedere fiori e frutti.
Il Dr. John Upledger (1932 – 2012) ha visto come le emozioni trattenute nel corpo potessero andare ad inficiare la salute delle persone. Queste emozioni possono essere direttamente collegate ad un evento traumatico che ha interessato la parte fisica oppure no.
Mi spiego meglio.
Immagina di scendere di corsa le scale e di scivolare andando a sbattere sul gradino con un gluteo.
La forza che si genera nell”impatto” si diffonde anche all’interno del tuo corpo generando un ematoma e possibili altri disturbi, prettamente fisici, a muscoli, ossa, tessuti.
Il decorso che il tuo corpo avrà nella soluzione dell’evento sarà differente a seconda dello stato emotivo che vivevi nel momento della caduta. Non ci avevi mai pensato?
Se ad esempio stavi scendendo le scale per raggiungere l’amore della tua vita ti rimetterai presto in piedi e facilmente risanerai eventuali danni della caduta.
Se invece avevi appena finito di litigare con qualcuno, avevi sbattuto malamente la porta e arrabbiato avevi preso le scale… beh il decorso sarà più lungo e difficile.
Questo per quanto riguarda l’importanza delle emozioni nel momento in cui il nostro fisico affronta qualcosa.
Ma ci sono anche diverse situazioni in cui il fisico non riceve apparentemente nulla ma somatizza andando a immagazzinare qualcosa di cui spesso non sei nemmeno conscio.
Parlo ad esempio di quelle parole che ricevi o hai ricevuto da qualcuno e che ti hanno ferito.
Ognuno di noi ricorda (..o non ricorda a livello mentale mentre il copro ha ben memorizzato!) più di una situazione in cui davvero solo una parola o uno sguardo sono “entrati” ed hanno lasciato il segno. Sembra che col tempo questo segno faccia meno male ma spesso il corpo sta solo compensando queste “sensazioni” e nei mesi, anni successivi spuntano disfunzioni a tutti gli effetti.
Oppure posso riportare situazioni reali in cui da adulti è sufficiente andare a riconnettersi con un ricordo lontano nella propria vita e così risolvere immediatamente dolori o altre problematiche. Ad esempio: avevi 5 anni e prima di attraversare la strada tuo padre ti prende al volo tenendoti per un gomito. Tu non realizzi subito la gravità della cosa ma ti sembra arrabbiato e ti spaventi molto. Hai ora 40 anni e spesso senti un fastidio al gomito; io posso metterti sul lettino trattare la spalla, il cranio ma mentre ti tratto d’istinto ti viene da muovere il braccio e ti torna alla mente quel momento a bordo strada col tuo papà. Ora “da grande” vedi quell’episodio come importante e necessario per imparare a guardare se arrivano macchine prima di attraversare. Ecco, prendi consapevolezza, trasformi e quel bambino non deve più chiedersi perché papà era così arrabbiato, puoi ripulire il ricordo e vivere più presente chi sei oggi.
Qui si aprirebbe un argomento molto ampio sul perché spesso non siamo presenti a noi stessi e alcuni paiono assenti.. dove sono? A cosa pensano? Rimandiamo la cosa ad un altro articolo!
Quindi il tuo gomito ora potrà smettere di essere un segnale perché in realtà ti voleva mostrare qualcosa per star meglio.
Dolori, fastidi, sintomi sono segnali da attraversare e affrontare per essere più sani e felici, oggi. Non vediamoli solamente come “problemi”.
Sai, questa modalità di memorizzazione e somatizzazione inizia già dalla pancia di tua mamma, ti porti dietro un mondo di memorie e vissuti molto spesso non consci.
Quindi perché non parlare di questo meraviglioso aspetto della Cranio Sacrale Upledger?
Non lo so!
Mi rendo conto non sia facile né da spiegare né del tutto da capire perché appare come qualcosa di impossibile e fin troppo bello per essere vero.
Inoltre spesso, anche se si continua nella formazione, non sempre il Facilitatore Cranio Sacrale lavora su se stesso con questo metodo quando invece è fondamentale mettersi in gioco, andare a scavare nelle proprie memorie, affrontare paure e blocchi per poi portare agli altri un aiuto pieno e più consapevole.
In fin dei conti mi sento di dire: “Quello che non ho risolto io non posso aiutarti a superarlo”.