La riflessologia plantare è un trattamento che nasce in Oriente nel 5000 a.C in concomitanza a vari altri trattamenti di stimolazione energetica come l’agopuntura, lo Shatsu, l’Ayurveda, ecc. Essa appartiene a moltissime culture ed alcuni ritrovamenti archeologici, tra cui i dipinti presenti nelle piramidi, mostrano come questa disciplina già ai tempi degli antichi Egizi fosse molto considerata e praticata. Dati i benefici rilevati anche in campo medico, diversi studi sono stati effettuati in merito a questa pratica, che ancora oggi non ha avuto un riconoscimento scientifico adeguato; per la medicina ufficiale difatti essa rimane per lo più una specificità appartenente alla cosiddetta medicina alternativa.
Storia della Riflessologia Occidentale Moderna
Già dai primi dell’800, in seguito agli studi condotti da I. Pavlov, sono stati fatti numerose scoperte in ambito neuroscientifico sui benefici della Riflessologia che ne hanno accreditato il valore terapeutico e grazie alle quali è cresciuto molto l’interesse per questa pratica.
Benvenuto Cellini, H. Head, Mackenzie, G. Calligaris (docente italiano presso l’Università di Roma) e Sponzilli (medico operante presso l’Ospedale Fatebenefratelli in Roma) sono solo alcuni dei nomi di medici che si sono occupati della sperimentazione della Riflessologia in ambito medico con applicazione su tutto il corpo. Si deve però all’otorinolaringoiatra W. Fitzgerald l’avvio della fase moderna di questi studi e la nascita della terapia zonale che ha poi portato la Riflessologia ad essere praticata in molteplici ambiti anche diversi tra loro. Fitzgerald riuscì a dimostrare di poter eliminare l’anestesia in alcuni interventi, sostituendola con pressioni applicate a varie parti del corpo con l’ausilio di uno strumento appuntito. Successivamente la terapeuta E. Ingham ha concentrato la sua attenzione sul piede abbandonando l’uso di strumenti a favore delle mani.
Studi scientifici
- Uno studio condotto nel 2012 all’Universitiy of Stirling da Jenny Jones (della School of Nursing, Midwifery & Health) e dal prof. Steve Leslie (cardiologo della Unit Cardiac al Raigmore Hospital) sembra confermare la validità della mappa delle zone riflesse presenti sotto il piede e corrisondenti ad organi precisi. E’ stata condotta una ricerca scientifica durata tre anni su persone volontarie sane e con problemi cardiaci, sottoposte a trattamento della zona superiore del piede. Gli effetti positivi si sono dimostrati evidenti nelle persone a cui era stata massaggiata la parte superiore del piede (corrispondente alla zona riflessa del cuore), effetti che non si sono mostrati invece quando sono state stimolate altre zone del piede; ed è stato possibile calcolarne gli effetti attraverso la misurazione dell’aumento della gittata cardiaca con ecocolordoppler cardiaco. Gli effetti positivi si sono presentati maggiormente sui volontari sani, in ogni caso la ricerca ha escluso la pericolosità di questa pratica in pazienti con malattie cardiache.
- Due studi sono stati condotti in Giappone tra il 2010 e il 2013 su volontari a cui è stato eseguito il trattamento di Riflessologia Plantare mentre erano sottoposti a Risonanza Magnetica Funzionale. La ricerca era incentrata sullo studio della lateralità emisferica e la stimolazione di due zone riflesse su tre (spalla, intestino tenue e occhio) hanno evidenziato in 25 volontari un aumento di afflusso di sangue nei punti del cervello corrispondenti alle zone suddette, evento questo che sembra accertare il riconoscimento da parte dell’emisfero omolaterale (come vuole la riflessologia) della stimolazione avvenuta sul piede. L’attività cerebrale si è mostrata più attiva anche in zone corrispondenti nell’emisfero controlaterale (come afferma la neurobiologia).
- Nel 2005 uno studio condotto dal dott. Piquemal, e poi presentato alla decima Conferenza Internazionale di ICR (International Council of Reflexology), ha confermato la corrispondenza di cinque zone riflesse nel piede (polmoni, fegato, stomaco, pancreas e intestino tenue) ai relativi dermatomi.
- Uno studio scientifico condotto in Danimarca nel 2009, e pubblicato nel 2010 sulla rivista scientifica Iranian Journal of Nursing and Midwifery Research, ha verificato l’insorgenza di un’attenuazione dei dolori dovuti al parto in donne trattate con la Riflessologia plantare. Sono state sottoposte all’esperimento 88 volontarie primipare, tra i 18 e i 35 anni, e sono state divise in due gruppi di controllo. Il primo gruppo trattato con la Riflessologia ha evidenziato attenuazione del dolore, dovuto all’abbassamento dell’ansia e della paura (abbassamento dei livelli di adrenalina) e al rilascio di endorfine (sensazione auto-anestetizzante) cosa non avvenuta nel secondo gruppo trattato farmacologicamente. La paura è infatti un’emozione che attiva il dolore e che nel primo gruppo è risultata mitigata con conseguenze positive sulla dilatazione e sui valori dell’Apgar nel neonato al momento della nascita.
- Uno studio recente è invece stato condotto con l’ausilio di un elettroencefalograma dal prof. A. Tedeschi che ha mappato le onde cerebrali successivamente alla stimolazione riflessogena. Tale studio ha sottolineato la connessione tra ansia, rilassamento, onde cerebrali interessate ed organi interni associati. La ricerca in tal senso si sta interessando oggi alle malattie psicosomatiche e al loro instaurarsi su organi specifici. L’argomento in proposito è ancora in fase di studio.
La Riflessologia, la neurofisiologia e il meccanismo d’azione
La Riflessologia Moderna si basa sulla suddivisione del corpo in dieci linee verticali e tre orizzontali che attraversando l’intero organismo dai piedi al capo. Le zone così suddivise permettono di riprodurre in maniera virtuale la mappa neurologica di zone sensitive comunicanti, la cui pressione permetterebbe di stimolare e/o inibire la comunicazione tra cute e organi, anche distanti tra loro, ma interessati dalle stesse fibre nervose e dagli stessi vasi emo-linfatici. Interrompere la comunicazione tra organo e cute, tra cute e cute, e tra organo e organo, oppure facilitarla è infatti il meccanismo di base che permette un processo di auto guarigione promuovendo il riequilibrio energetico e l’omeostasi a livello dei fluidi. Ovviamente l’idea di base è quella che vede l’individuo nella sua interezza, che pensa ogni zona in connessione con tutto l’organismo e che segue l’ottica per la quale il beneficio di un massaggio si dirama a vari livelli, da quello emozionale, a quello fisico fino ad arrivare al piano energetico e mentale. D’altra parte è ormai noto come la dissipazione dell’energia, dovuta spesso ad un cattivo stile di vita, sia quasi sempre alla base dello squilibrio psico-fisico, con conseguente processo disfunzionale degenerativo.
L’efficacia della Riflessologia plantare è dovuta a vari fattori:
- stimolazione nervosa che avviene grazie all’attivazione della comunicazione tra organi, cervello e cute. La stimolazione del passaggio di energia permette infatti di incrementare tale comunicazione o di inibirla favorendo il rilassamento delle fibre nervose;
- stimolazione ormonale conseguente all’applicazione della digito-pressione e del massaggio al piede;
- stimolazione del sistema linfatico e sanguigno grazie alla pressione sulla soletta di Lejars, sui punti riflessi degli organi emuntori e sulle zone interessate dal sistema veno-linfatico di ritorno;
- incremento del potenziale elettrico. La stimolazione effettuata sul piede sembra infatti aumentare e addirittura incrementare la comunicazione delle reti neurali che attraversano le varie parti del corpo.
Il trattamento
Il trattamento prevede la stimolazione e la compressione di alcuni punti riflessi del piede che sono in connessione con organi e apparati precisi, e si attua al fine di favorire il riequilibrio e la comunicazione tra zone lontane tra loro, sfruttando il segnale elettrico e biochimico. Il trattamento avviene senza olio su entrambi i piedi che sono sede di un infinito numero di terminazioni nervose. I piedi, preventivamente scaldati e massaggiati, vengono poi osservati; questo passaggio permette di verificare l’esistenza di punti depressi, calli, edemi, occhi di pernice e screpolature. Tali elementi sono spesso sintomo non solo di un cattivo appoggio o di un utilizzo di calzature errate, ma anche dell’esistenza di un blocco funzionale legato al cattivo metabolismo, o ad un’interruzione di circolazione energetica o anche ad una cattiva circolazione sanguigna e/o linfatica, ed evidenzia ovviamente la necessità di una stimolazione di quelle zone, che successivamente giungerà di riflesso a tutto ciò che si presenta in connessione con la zona massaggiata, e che produrrà una risposta motoria o secretoria automatica, indipendente dalla volontà dell’individuo che riceve il trattamento.
Indicazioni
- piccoli malesseri generali (coliche, convalescenza, ecc.);
- sovrappeso;
- mal di schiena;
- stress, ansia, agitazione, affaticamento, insonnia;
- inestetismi dovuti a ritenzione idrica;
- blocchi emozionali, tensioni;
- cattiva circolazione;
- edemi;
- gonfiore e pesantezza agli arti;
- soggetti anziani.
Controindicazioni
Bisogna prestare particolare attenzione alla donna in gravidanza; problematiche gravi legate al sistema nervoso; interventi chirurgici localizzati ai piedi; escoriazioni; trombosi anche sospetta; ascessi; febbre; infezioni acute; verruche; micosi; ecc.
Per l’operatore
E’ bene lavorare con scienza e coscienza seguendo il detto “è meglio fare il meglio, il tutto con il minor danno per sé e per l’ambiente esterno”.
Per il futuro
Tanto si è fatto, tuttavia molto ancora si aspetta di sapere e tanto altro si attende in merito.