Intorno alla pranoterapia è stato detto di tutto, generando così non poca confusione in chi desidera a essa accostarsi. La pranoterapia, nata come arte, si sta affermando sempre di più su base scientifica

“Amor est salus”

Intorno alla pranoterapia (oggi definita più semplicemente “Pranopratica”) è stato detto di tutto e il contrario di tutto, generando così non poca confusione in chi desidera a essa accostarsi. Per molti poi la pranoterapia appartiene al mondo dell’occultismo, dell’esoterismo; una seduta di pranoterapia è ancora oggi, purtroppo, equivocata con una seduta spiritica ove evocare le anime dei trapassati, in ciò colpevoli le innumerevoli pubblicità di sedicenti maghi e cartomanti che, senza scrupoli, si spacciano anche per pranoterapeuti. “Amor est salus”

Inizieremo chiarendo ciò che non è la pranoterapia per poi giungere a delinearne gli aspetti e i riconoscimenti ottenuti dalla Comunità scientifica.

La pranoterapia non rientra nella corrente di pensiero, oggigiorno tanto in voga, definita New Age e meno che mai si connota con l’occultismo.

La pranoterapia, nata come arte, si sta affermando sempre di più su base scientifica; essa consiste nella pratica di apporre le mani donando il prana.

Prana origina dal sanscrito e si compone di due termini: “pra” che significa unità fondamentale e “na”, energia. Il prana quindi esprime il principio vitale dell’Universo; è alla base dell’Ayurveda ovvero della scienza (veda) della vita (ayur); a sua volta, il termine ayur, vita, è sinonimo di prana che anima l’essere umano, ne determina le funzioni vitali e fluisce all’interno del corpo e lo contorna formando un involucro detto aura. L’energia vitale universale colma ogni cosa ed è propagata dal respiro e dall’aria.

La pranoterapia è la “madre” di tutte le discipline energetiche.

Anche in seno a una concezione scientifica, la pranoterapia è riconosciuta la medicina naturale per eccellenza! Non è né lesiva né invasiva, ha il merito di ripristinare “l’omeostasi”, vale a dire l’equilibrio funzionale e vitale dell’organismo; può essere adottata come mezzo preventivo, curativo e riabilitativo. Il flusso della forza pranica va direttamente al cuore di tutti i nostri problemi di salute.

Una ricerca condotta qualche anno fa in Italia, ha sottolineato le reazioni alla pranoterapia sia di soggetti sani sia di persone affette da malattie riscontrabili teletermograficamente, quali ad esempio displasie mammarie, artrosi, riniti, dolori cervicali. Sono stati esaminati anche soggetti ignari di essere sottoposti a pranoterapia, tra cui un bambino di tre anni. La pranoterapia da sola o associata ad altre terapie riequilibra l’essere umano in modo armonico, non invasivo e privo di controindicazioni. E’ un valido ausilio nella riduzione sia della necessità di assumere farmaci sia dei conseguenti effetti collaterali.

In tutti i casi è stato anche accertato un aumento del calore nella zona trattata dopo pochi minuti di trattamento, con notevole beneficio da parte del ricevente.

L’azione pranica si esercita principalmente in due modi:

  1. Per mezzo del “calore” (fotoni infrarossi),
  2. Per emissione di onde elettromagnetiche a bassa frequenza anche dette chirofrequenze (dal greco chiros cioè mani) che il pranoterapeuta indirizza, tramite le mani appunto, sotto la spinta della volontà e il controllo della mente, alla persona trattata.

Il pranoterapeuta

“Il pranoterapeuta è una “medicina” vivente e intelligente!”

E’ persona dotata di un campo magnetico vitale più potente della norma in grado di influenzare quello del paziente causando in esso modificazioni significative.

Il pranoterapeuta non deve, per nessun motivo, ritenersi o essere considerato a sproposito un superuomo! E’ uomo tra gli uomini; un soggetto assolutamente normale che, però, ha potenziate caratteristiche comunque innate in tutti gli individui.

Queste caratteristiche o doti appartengono a pieno diritto alla biologia e non di certo alla parapsicologia! Quelle espresse dal pranoterapeuta sono capacità che tutti gli uomini possiedono anche se in misura differente. Motivo per cui il pranoterapeuta non può essere etichettato come “sensitivo”, ma piuttosto come persona “sensibile”, la cui sensibilità lo porta a interagire in modo specifico con il paziente con il solo e unico intento di meglio dosare e guidare la capacità di autoguarigione.

A questo punto è concettualmente corretto affermare che il pranoterapeuta e la pranoterapia s’identificano e si compenetrano poiché ambedue sono costituiti dalla medesima sostanza vivente fondamentale che è il prana.

Il prana, quindi, non è né astrazione né un prodotto culturale ma, come afferma Gabriele Laguzzi nel suo volume “Biopranoterapia; teoria, pratica e metodologia terapeutica”, esso è “energia organizzata e concentrata per uso terapeutico, volontario e consapevole.”

Il prana scaturisce dal desiderio di “prendersi cura della persona” (non di “guarire” come molti impropriamente asseriscono). Questo, a sua volta, opera sulla corteccia cerebrale dell’operatore producendo onde alfa cerebrali le quali, attraverso complessi processi fisiologici, inducono vasodilatazione dei capillari sanguigni a livello del derma delle mani con conseguente maggior irrorazione di sangue e quindi rilascio di calore. A tutto ciò segue l’emissione di onde elettromagnetiche a bassa frequenza, le chirofrequenze già menzionate. In sintesi possiamo dire che partendo dalle onde alfa si arriva alle chirofrequenze.

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Autore

Lo staff di naturopataonline.org