La vita fisica su un pianeta, è possibile solo quando sussiste un regno vegetale in piena attività. Le piante, gli alberi e le erbe hanno in sé, tutto ciò che serve alla vita umana: acqua, nutrimento, ossigeno e medicamenti. In esse si trovano varie sostanze organiche ed inorganiche. Queste sostanze rappresentano materiale plastico ed energetico sia per le piante che per gli animali che per l’uomo.

Le varie sostanze, quando dalla pianta passano all’organismo umano, si combinano o reagiscono producendo dei sintomi, in quanto ristabiliscono l’equilibrio che mancava, o lo tolgono se questo c’era. Quindi un vegetale dal punto di vista biologico e di riflesso psichico, nutre, cura, guarisce da una malattia, o fa ammalare o uccide; favorisce o impedisce le attività psichiche.

Una pianta non è solo un laboratorio chimico è anche una piccola centrale elettrica e trasmette anche delle informazioni. Nei rapporti fra esseri umani e vegetali bisogna tener conto anche  delle interazioni di tipo elettromagnetico e delle informazioni che i due sistemi si scambiano.

Fin dalla preistoria gli esseri umani, per sopravvivere hanno cercato cibo e rimedi per mantenersi in salute nell’ambiente circostante. Dal regno vegetale attinsero nutrimento e cure. L’osservazione, l’intuizione e l’esperienza furono alla base di una grande conoscenza che fu poi tramandata da una generazione all’altra. In questo modo l’Umanità imparò a sfruttare le risorse naturali e si adattò alle diverse situazioni climatiche.

Con il trascorrere dei secoli,sorsero le diverse civiltà. È in questo contesto antropologico che la conservazione della salute e la cura delle malattie, divennero una disciplina ben definita ponendo le basi per quella che oggi viene chiamatamedicina.

Attualmente indichiamo con fitoterapia la disciplina che studia l’uso delle piante e delle loro proprietà

La finalità terapeutica si realizza attraverso preparati medicamentosi; questi possono essere ottenuti utilizzando le diverse parti che compongono le piante: foglie, fiori, radici, giovani getti o gemme, corteccia, semi e frutti, oppure la pianta intera. Si ritiene che le proprietà medicinali di una pianta dipendano dal tipo di pianta, dal terreno, dal clima, dall’altitudine.

Nella medicina moderna convivono, anche se a volte sono in conflitto tra di loro, tre paradigmi scientifici, quello morfologico, chimico e cibernetico-informazionale.

Prendiamo ora in considerazione l’idea “chimica” presente nell’ambito medico, la quale, nella sua espressione più semplicistica, assume che:

  1. tutti i processi vitali e le strutture biologiche da cui dipendono possono essere descritti attraverso la chimica (biochimica);
  2. la malattia può essere correlata alla biochimica della cellula, organi, tessuti, ecc.;
  3. i cambiamenti biochimici associati alla malattia possono essere coretti con interventi di tipo chimico (farmaci).

Una parte della medicina, quella predominante, ci propone un modello riduttivo dell’essere vivente, il quale per analogia paragona il corpo ad una macchina. In presenza di un difetto di funzionamento della macchina (la malattia conclamata) si va dal meccanico (il medico), il quale sostituisce o aggiusta (interviene chirurgicamente o prescrive farmaci) la parte danneggiata, ripristinandone la funzionalità (salute).

I mass media contribuiscono, favorendo le multinazionali del farmaco, a diffondere l’idea dell’analogia corpo-macchina e la descrizione del vivente basata sulle forze chimiche. Purtroppo, i giornalisti scrivono anche dell’altro! Essi cercano di convincerci che questa “idea” è l’unica visione scientifica possibile del binomio salute-malattia.

Il risultato è che, nell’attuale società tecnologico-informatica, qualunque considerazione diversa dal modello proposto è “marchiata” come non scientifica, una superstizione e come tale deve essere rigettata.

La nostra scuola di pensiero, i cui fondamenti sono esposti in diversi testi [1], ritiene che la descrizione dei sistemi viventi basata sulla forza elettromagnetica sia più esaustiva e completa di quella biochimica. Inoltre, in accordo con il paradigma cibernetico-informazionale, lo stato di salute può essere definito come la capacità di autoregolazione dell’individuo, la quale a sua volta dipende dai fattori ereditari, ossia stabiliti fin dalla nascita e da quelli ambientali, ossia dovuti all’interazione con la biosfera.

Infine, nell’interazione tra sistemi viventi e biosfera, i diversi fattori ambientali (fisici, sociali, ecc.) possono essere considerati come agenti stressanti o stressori.

È sulla base di questo ragionamento, che oltre ad esaminare la composizione chimica dei vari rimedi, sarebbe importante misurarne anche le caratteristiche elettriche (differenza di potenziale e spettro in frequenza) dei diversi composti.

Occorre diffondere la consapevolezza che, la conoscenza di questi parametri elettrici, considerati come proprietà emergenti di queste “soluzioni”, analizzate come sistemi, potrebbe permetterci di comprendere e interpretare i fondamenti delle proprietà curative delle piante, con una modalità scientifica più adeguata, completa e predittiva, rispetto a quella biochimica.

Noi riteniamo che l’uso delle proprietà curative dei vegetali può aiutarci a mantenere efficienti i nostri sistemi di regolazione, a contrastare gli stressori ambientali e a prevenire i disturbi psicofisiologici che accompagnano la vita frenetica di tutti i giorni, scandita dal susseguirsi di ansie e aspettative.

E’ necessario riproporre, adattandola alla nostra epoca, la  cultura dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento, per la quale in ogni famiglia i prati e i giardini, oggi praticamente scomparsi nelle grandi città, costituivano la “dispensa” sempre fornita di pronte soluzioni alle diverse problematiche e difficoltà della vita quotidiana, o con un’espressione più colorita la grande farmacia della natura.

Autori: Dott.ssa Francesca Pulcini, Naturopata Agata Fantauzzi e Dott. Lorenzo Uhl

Note

[1] Massimo Sperini, Giuseppe Sacco e Fabrizio Guidi: Le scienze della vita nella visione sistemica; Edizioni Andromeda, 2014; Massimo Scalia, Francesca Pulcini e Massimo Sperini: Elementi di teoria: lo stato di salute; Edizioni Andromeda, 2015; Francesca Pulcini: Stress e inquinamento ambientale; Edizioni Andromeda, 2016; Agata Fantauzzi: L’acqua e la vita: considerazioni naturopatiche; Tesi di Laurea, 2018; Lorenzo Uhl: Naturopatia e musicoterapia; Tesi di Laurea, 2018; Francesca Pulcini: Tecniche di rilassamento; Edizioni Andromeda, 2020.            

Autore

Agata Fantauzzi, nata a Roma il 23/01/1972, diplomata presso EU.NA.M institute in naturopatia con tesi seguita dai prof. Massimo Scalia e Massimo Sperini dal titolo:"L’acqua e la vita: considerazioni naturopatiche" effettuando misurazioni con Apec-300. Attualmente lavora come naturopata. Collabora alle seguenti proposte di progetto del CIRPS sezione bioelettromagnetismo (BEM): -Il biofeedback in musica. Gli effetti del suono sull’EDA (Attività Elettrica della Cute). -Data base per anomalie gastriche, dei genitali femminili, del seno. -Analisi quantitativa del potenziale e dell’impedenza bioelettrica che caratterizzano punti cutanei particolarmente attivi in soggetti normali . -Una nuova tecnica che usa la misura del potenziale elettrico di prodotti fitoterapici e piante in vivo per individuarne le frequenze caratteristiche. Ha partecipato ai progetti collaborando con il CIRPS: 2016(aprile – ottobre) Misure di standardizzazione del software interno a APEC-300 per l’analisi spettrale. 2015 (ottobre – dicembre) – Misure sperimentali con APEC-300 per la rilevazione del potenziale e dell’impedenza elettrocutanei su distretti corporei (seno, stomaco). Misure psicofisiologiche (EDA). 2015 (febbraio – giugno) – Misure sperimentali per taratura APEC-300; misure di potenziale e impedenza elettrocutanei su soggetti umani.