La filosofia può accorrere in aiuto in questo momento di terrore, in cui si ha a che fare con i problemi che non hanno una conclusione nell’immediato, poiché offre soluzioni che sono a portata di mano, come la possibilità di convogliare le risorse umane in tolleranza, pazienza e capacità di sostenere l’attesa.
La filosofia può farlo proprio perché si occupa del senso e del significato dell’esistere da una specie di eternità, senza porre vincoli alla riflessione e all’umano desiderio di resistere nonostante tutto.
In questo momento critico, a causa della pandemia da COVID-19, per ogni persona diviene essenziale seguire gli aggiornamenti sul numero dei guariti, sia per tenere sotto controllo la situazione, sia per allontanare la paura e l’angoscia per il futuro.
In verità ogni giorno i dati tradiscono la fiducia personale mostrando un andamento del contagio che non ci si aspetta, attraverso numeri che mettono a dura prova la credenza nel miglioramento. Ed è così che lo spavento travolge negativamente le persone, incupendo le giornate, già avviate con difficoltà in un quotidiano che si dispiega al chiuso.
Tuttavia, è possibile fermare il malessere ed evitare che la paura dilaghi, sostenendo il morale e l’attesa di chi vive insieme a noi, fino ad arrivare alle persone con cui non condividiamo il quotidiano ma che in qualche modo sono a noi in questa terribile vicenda. Restituire al quotidiano di ognuno nuova linfa attraverso l’immaginazione e la creatività può contribuire a sopportare il disagio e a contenere i pensieri negativi che hanno come effetto l’ansia e l’angoscia.
Lo possiamo fare attraverso la coltivazione della capacità catartica delle arti, della cultura e dell’inventiva che ancora una volta e sempre, ci rendono più resilienti e più capaci di temperanza.
Protrarre più a lungo possibile questa opportunità di tener lontana la paura diviene ogni giorno un’emergenza nell’emergenza.
L’importanza di continuare ad alimentare la speranza facendo rete
Molte persone ogni giorno mettono al servizio degli altri la loro competenza e il loro lavoro, prima di tutto il personale sanitario e parasanitario, ma anche tutte quelle persone che, al di fuori dagli enti preposti alla tutela della salute, contribuiscono all’efficienza del nostro paese.
Altri sorreggono la comune speranza donando, intrattenendo e condividendo quello che possono e che reputano possa esser d’aiuto a qualcun altro che attende. C’è chi si offre attraverso un’immagine sui social, un articolo, un video, una canzone o qualcosa di personale, insomma portando al servizio degli altri ciò che possiede, anche solo un messaggio di vicinanza e di presenza ad un numero inaspettato di persone.
La speranza si alimenta a partire dai luoghi, ovvero dalle abitazioni illuminate di pazienza, dove le abitudini personali sono messe in un angolo per far posto ad un tempo sospeso che chiede sacrificio ed attesa. Oggi attraverso la rete stiamo riuscendo a farlo, sfruttando la capacità di creare nuove opportunità grazie al potere dell’immaginazione e della virtuale vicinanza.
La speranza si alimenta attraverso il ripensamento degli spazi, non solo di lavoro ma anche interiori, dove si tiene ferma la volontà di resistere a dispetto di tutto.
La speranza si alimenta portando all’esterno l’energia positiva per sostenere chi soffre, ma anche per ampliare l’orizzonte di pensiero di ognuno, affinché non diventi anch’esso un luogo poco sicuro, come ormai lo sono la vicinanza e le nostre strade.
La sensazione che è possibile venire fuori dalla pandemia serpeggia nell’etere attraverso una comunità che si fa rete per non soccombere sconfitta. L’augurio è che continuino ad embricarsi, mai indomite, la vitalità e l’iniziativa personale, in una disposizione d’animo che non lasci il posto alla rassegnazione, cosicché si possa continuare a navigare a vista nonostante la tempesta.
La filosofia dell’attesa, un aiuto per allontanare la paura
Quando le scienze dure non possono darci una risposta nell’immediato, l’angoscia prende il sopravvento per l’incertezza che domina gli eventi. Ecco che allora un aiuto può arrivare dalla filosofia, un ormeggio sicuro, ben poco considerato negli ambienti di lavoro, ma che per fortuna, e a dispetto di tutto, permea le nostre vite in maniera imprescindibile.
La filosofia si occupa delle domande, si prende cura del senso delle questioni ultime, in sostanza si impiega in tutto ciò che si offre alla meraviglia del nostro intendimento, soprattutto, e in particolar modo, quando si ha a che fare con problemi che non hanno una soluzione nell’immediato.
In questo momento di pandemia da coronavirus ogni persona è costretta a fermarsi, è obbligata a perdere tempo, e a stare a casa. Ma forse è possibile cogliere tutto questo come un’opportunità reale per creare una cultura dell’attesa in maniera congiunta. Il tempo che rallenta offre infatti ad ognuno una nuova occasione, e cioè quella di poter realizzare qualcosa di utile per se stessi, per la propria famiglia e per la comunità. Nei momenti di crisi, è facile che venga meno la speranza nella salvezza e nella rinascita, ma la filosofia mostra come l’uomo abbia saputo ripensare in ogni epoca il concetto di umanità, restituendole un significato possibile nonostante la brutalità degli eventi e l’inefficienza della scienza e della tecnica.
Pensare al momento presente come ad un destino è ciò a cui siamo chiamati in questo periodo, infatti ognuno nel suo ambito e nelle sue possibilità può contribuire a restituire ogni giorno nuova linfa all’esistenza, attraverso quella libertà che rimane nonostante i divieti: la libertà di reggere nonostante tutto.
Oggi più che mai c’è bisogno di sostegno, di buoni propositi e di pensieri innovativi che alimentino l’umano desiderio ad esistere benché sospesi nelle nostre incertezze. Oggi più che mai ognuno può contribuire affinché tutto questo succeda.
In questo momento di bisogno possiamo attingere alle scienze sociali, alla medicina narrativa, all’arte e alla musica, forme di vita quest’ultime che hanno il potere di andare oltre l’ineluttabilità degli eventi, scavalcando il dolore e sospendendo per un attimo la disperazione.
Continuare a nutrire gli animi delle persone che vivono con noi, ma anche quelli di chi non conosciamo, sostenendo l’iniziativa positiva, supportando la motivazione e coinvolgendo gli altri in una danza sociale, anche se da lontano, è un potente mezzo che può tenere al sicuro la speranza nel futuro e la buona voglia di crederci ancora.
Facciamolo per noi e per chi sta facendo in modo che si possa ancora pronunciare la parola domani.