Chi non ama sporcarsi almeno un po’ le mani con la terra, passi oltre. Giardino opulento o terrazzino sobrio non importa. Chi sceglie di leggere questo libro deve avere in sé sensibilità vegetale, passione per la semina e il trapianto, deve possedere un debole vero per fioriture o raccolta di frutti ed ortaggi. L’autore, fondatore dell’AIAPP (Ass. Italiana Architettura del Paesaggio) nonché dell’Accademia piemontese del Giardino, non è propriamente uno sprovveduto in materia.

Ci guida gioiosamente in questo suo diario erboristico, condividendo il suo sapere pratico – fornendo indicazioni utili su esposizione, innaffiature, cure e tipi di terriccio, ma anche i suoi ricordi personali. Armato di curiosità e desiderio di apprendere, visita con umiltà creazioni di giardinieri famosi, vagabonda fra paesaggi e raccoglie piante lungo i bordi delle strade, le strappa dagli anfratti dei muri, gironzola tra i vivai in cerca di perle botaniche.

Ci riporta sensazioni di fronte a paesaggi e alberi felici, sì … il mondo vegetale è semplice e complesso, ha un suo carattere che deve essere assecondato dolcemente e rispettato. Fanno capolino così piante timide o dispettose, masochiste o scorbutiche, tranquille o coraggiose, austere o violente, puritane o allegre.

A leggerlo si avverte una solidarietà amicale che serpeggia fra le varie specie, in sinergia con animali ed uomini. Il giardino è luogo di incontro e di scambio, di sperimentazione ed allegria, di attesa, piacere ma anche delusione. Amare le piante è una forma di fede e richiede la sua liturgia.

Non c’è gerarchia tra una pianta di zucchine, un maestoso platano o un fiore spontaneo. Il giardiniere curioso le ama tutte, anche se predilige specie antiche, rare, ormai fuori moda. Cambiano i tempi e cambiano i gusti anche in fatto di giardini, ma lui, le sue idee giardiniere le ha ben chiare: stravede per i giardini spontanei, realizzati con amore, fantasia, e perché no, confusione.

Adora i giardini abbandonati, senza padrone, senza manipolazione e intervento dell’uomo, dove la natura cresce libera e spontanea. Soggiogato dal fascino dell’anarchia vegetale.  No ai giardini iperpuliti, superannaffiati, asettici, senz’anima.

Ad esempi di grande arte giardiniera contrappone aree verdi e parchi violentati ed offesi, le potature selvagge e dannose, le brutture di certe rotonde stradali. le recinzioni invasive e scorrette, gli scempi autostradali sul paesaggio e la mancanza totale di soluzioni in armonia con l’ambiente circostante.

Riflessioni ecologiste di buon senso. Rinnega  il purismo vegetale, abbracciando, nel suo amore per il mondo vegetale tutto, anche le piante esotiche, che ci fanno viaggiare in posti lontanissimi pur senza muoverci da casa. Ho finito il libro  e,  accarezzata dalle foglie delle mia enorme Nephrolepis cordifolia plumosa, per esempio sono appena stata in Nord Australia e in Asia!

Autore

Anna Caramagno. Nata a Genova ma divisa per affetti ed amori fra Liguria e Sicilia. Laureata in Lettere Moderne, per scelta di vita, ho vissuto tanti anni all'estero (Kuwait, Polonia, Brasile, Russia). Adoro raccontare per immagini fotografiche, sperimentare in cucina, leggere e recensire libri, fare trekking in solitaria. Oltre alla Natura, fonte per me di gioia e benessere psicofisico, ho altra passione viscerale: la maglia con il logo Stranelane, di cui curo il blog, pagina Facebook e Instagram. La vita per me è colore. In ogni cosa. Sempre.