Disturbi acustici
E’ noto l’effetto della musica sullo stato psicofisico dell’uomo. Infatti a seconda del tipo di musica ascoltata possono essere indotti effetti molto positivi, ma anche purtroppo in alcuni casi effetti disastrosi.
Una musica armoniosa e rilassante può indurre tranquillità, pace, serenità, ottimismo e voglia di vivere. Tale musica viene utilizzata, non a caso, durante rilassamenti guidati, meditazioni ed ovunque si voglia creare un ambiente positivo. Lo studio degli effetti positivi di questi suoni ha portato alla creazione della musicoterapia che ha per obiettivo il miglioramento graduale della salute sia psichica che fisica di chi l’ascolta.
Una musica molto disarticolata e disarmonica o piena di suoni molto forti, senza pause, genera nervosismo nella maggior parte dei casi ed un senso di euforia o, al contrario, di angoscia in altri casi, peraltro sempre seguiti da una sensazione di stordimento e di disarmonia che determina sovente un umore instabile ed un bisogno di compenso psicologico.
Interessante notare come la musica sia stata usata, con successo, in passato, e lo sia tuttora, per condizionare il comportamento degli animali, primi fra tutti polli e mucche. La quantità di cibo ingerita da polli d’allevamento per l’ingrasso si è dimostrata molto diversa a seconda della musica fatta loro ascoltare durante tutto il giorno, anche se in questo caso sono state inserite comunque anche altre variabili (ad es. l’illuminazione).
Il latte delle mucche aumenta in quantità e pare migliori il gusto se viene fatta ascoltare loro della musica selezionata e quindi adatta allo scopo.
Tutto ciò, se è valido per animali più o meno incoscienti è altrettanto vero, in proporzione, per l’uomo.
Una forma di musica particolare è costituita dal rumore che, come il suono, è l’effetto di vibrazioni emesse da una sorgente e da questa trasmesse ad un mezzo solido, liquido o gassoso che ne permette la propagazione sotto forma di variazioni di pressione chiamate onde sonore. Il punto di partenza è una sorgente che emana una potenza che si trasforma in un secondo momento in pressione sonora ed il punto d’arrivo per l’uomo è il timpano. Una pressione sonora troppo forte, può causare danni al timpano stesso. Misurare qual è la grandezza limite è relativamente semplice in quanto la variazione di pressione sul timpano dell’orecchio, che viene da noi percepita come suono, è la stessa che viene rilevata da un microfono.
Per definizione suoni e rumori sono dunque l’effetto di vibrazioni dell’aria e l’uomo è in grado di percepire vibrazioni comprese tra i 20 Hz e i 16 KHz. Considerando la salute, il rumore è dato da suoni che risultano graditi o addirittura nocivi.
Per ogni frequenza esiste un limite da cui l’uomo inizia a sentire ed uno che ne segna la fine, l’intensità percepibile è definita soglia di udibilità, in particolare il limite inferiore è definito soglia di sensibilità uditiva e quello superiore, con sensazioni fastidiose o addirittura dolore, soglia del dolore.
L’esposizione prolungata a livelli sonori elevati, o a rumori nocivi, causa danni permanenti più o meno gravi. In generale si può dire che questa esposizione finisce per causare un deficit uditivo progressivo e permanente. La sordità da rumore è chiamata ipoacusia e si instaura quando muoiono alcune delle cellule ciliate che trasmettono gli impulsi al cervello. Il danno diviene in questo caso irreversibile e quindi nulla può ridare al soggetto la facoltà uditiva precedente. C’è inoltre la complicazione che in genere inizialmente il deficit uditivo è a carico delle alte frequenze e ciò significa che il paziente non si accorge di solito del danno che sta subendo. Infatti, in questa fase, riesce a percepire quasi normalmente il parlato e incontra invece piccole difficoltà nell’udire il suono del telefono, il cinguettio di un uccello o rumori comunque definiti ad alte frequenze. Se il soggetto dovesse continuare la sua esposizione a quel rumore la sordità si estenderebbe anche al campo della voce parlata, rendendo inutile, a questo punto, qualunque terapia.
A questo proposito è da citare un esperimento italiano, portato avanti dal lucchese Fabio Bottaini, chiamato ectomusica, nel quale l’artista improvvisa musica con un pianoforte. Tale performance, definita “terapeutica”, determina negli spettatori molte sensazioni non solo psichiche, ma anche fisiche.
Autore: Cristiano Tenca