L’amianto o asbesto è un minerale inosilicato molto diffuso in Natura ove si trova a formare falesie e corpi rocciosi in associazione col serpentino ed altre rocce madri aggettanti, inoltre spesso tappezza il fondale di laghi e paludi o il greto di ruscelli e torrenti, se dilavato dalle acque meteoriche forma una sabbia chiara che si deposita lungo le coste specie in zone confinanti con grosse formazioni di falesie interne o corpi rocciosi isolati di grandi dimensioni.

Amianto la morte in fibre: cos’è l’amianto e quali sono i suoi danni

Come si estraeva l’amianto?

L’amianto da millenni veniva estratto usando cave verticali o meno frequentemente miniere sotterranee che ripercorrevano le venature dei corpi di serpentino presso falesie… spesso essendo tale minerale associato coi non pregiati gessi e serpentini si doveva ricorrere a lavaggio in acido bromidrico onde dissolvere le rocce di origine gessosa, conservando però intatto l’asbesto che è invece un silicato acido-resistente. Inutile dire che le procedure estrattive avevano un gravissimo impatto ambientale sia per il consumo di corpi rocciosi habitat ideale di uccelli, gasteropodi e rettili sia per il rilascio in natura di fanghiglia tossica ed acido bromidrico.

Cosa serviva l’amianto?

Tale minerale resistente al fuoco ed alla corrosione acida era massicciamente usato per rivestimenti anti incendio o anti acido a livello industriale ed abitativo, inoltre se mescolato col cemento (Eternit) si mostrava utile per realizzare coperture, tetti, capannoni industriali, tubi di grondaie e comignoli data la sua particolare robustezza.

La Nocività dell’amianto

L’amianto è composto da fibre sottilissime, cento volte più sottili di un capello umano, instabilmente unite tra loro da cristalli di silicio (per le origini metamorfiche del minerale, ossia legata ad altissime pressioni nella crosta terrestre ed emerso per effetto del dilavamento delle acque in milioni di anni) e facilmente disperdibili nell’ambiente ed inalabili. All’interno del corpo umano le fibre si legano con li alveoli polmonari infiammando la pleura e causando tosse, produzione di muco e sovente polmoniti ripetute. L’esposizione cronica può portare in una percentuale molto alta di casi all’insorgenza del Mesotelioma un aggressivissimo adenocarcinoma che distrugge la pleura causando la morte per insufficienza respiratoria dopo pochi mesi dalla diagnosi, verso cui non esistono cure efficaci. L’incidenza del mesotelioma nei lavoratori di imprese ed aziende che gestivano e tagliavano l’amianto è talmente alta e grave da sospingere il governo a bandire dal 1993 l’estrazione e la lavorazione dell’amianto prescrivendo la bonifica per i manufatti realizzati con tale minerale specialmente nei siti pubblici e lo smaltimento dello stesso in apposite cave poi coperte e rinaturalizzate.

Come proteggersi dall’amianto

Non è semplice riconoscere l’eternit dal normale cemento, ma come regola generale tutte le strutture ondulate di copertura e comignoli realizzate prima del 1993 sono stati fatti con amianto e quindi a rigor di legge andrebbero rimossi. In Italia tale rimozione può essere effettuata da ditte specializzate contattate generalmente da l’autorità comunale a cui debbono pervenire le segnalazioni di strutture in eternit, ma per piccoli manufatti (fino a 100 kg di peso) è possibile contattare le locali imprese di smaltimento rifiuti municipalizzate che forniranno un kit onde rimuovere in sicurezza la struttura. Ricordiamo che la pericolosità dell’amianto è legata alla dispersione delle sue fibre e quindi è imperativo evitare di rompere, graffiare o spezzare ciò che è realizzato con tale minerale se non con apposite mascherine, tute, guanti e sovrascarpe protettivi smaltendo poi tutto una volta finita l’operazione e lavandosi accuratamente. E’ anche possibile ridipingere o soffocare in colate di cemento strutture in eternit non smaltibili onde evitarne la frammentazione.

Autore: redazione

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Lo staff di naturopataonline.org