La preparazione dello sciroppo di sambuco comincia dalla raccolta dei fiori, che deve avvenire possibilmente durante la giornata evitando le prime ore del mattino e la sera. Una volta scelti, i fiori vanno puliti in modo accurato ma non lavati, per questo è importante raccogliere le infiorescenze in luoghi poco inquinati e lontano dalle strade. Eliminate le parti superflue e i gambi, i fiori si immergono in un recipiente di acqua e si lasciano macerare.
Per un gusto più intenso e dolce si lasciano macerare in due litri di acqua quindici fiori con due limoni tagliati a metà.
Dopo circa tre ore si tolgono le parti solide e si aggiungono tre chilogrammi di zucchero e sessanta grammi di acido citrico e si mescola fino a completo scioglimento. Il prodotto si lascia riposare per altre ventiquattro ore e infine si filtra.
Oltre a questa ricetta, che può essere considerata la più semplice e quella classica, ci sono altri metodi di preparazione.
Si può aggiungere del vino o dell’aceto di mele e poi lasciare il composto al sole, ma in questo caso bisogna evitare che il liquido fermenti.
Le dosi e i tempi di marinatura variano da ricetta a ricetta, dipende dai gusti personali.
Un altro metodo di preparazione dello sciroppo prevede l’utilizzo delle bacche, da raccogliere solo a completa maturazione, che vanno poi schiacciate e successivamente setacciate e filtrate.
Il prodotto finale, in questo caso, sarà più denso e concentrato. Una volta ottenuta la polpa dalle bacche, il composto va versato in una pentola cui si aggiunge dello zucchero, anche in questo caso le dosi sono indicative, si lascia cuocere il tutto a fuoco lento per circa mezz’ora, si lascia raffreddare e si imbottiglia.
Avvertenze
Gli effetti collaterali da uso di prodotti da essi derivati sono rari, ma donne incinte o durante l’allattamento e chiunque abbia patologie al fegato o malattie renali non dovrebbero ricorrere allo sciroppo di fiori o bacche di sambuco senza consulto medico.
Nelle seguenti occasioni l’assunzione di prodotti a base di fiori e bacche di sambuco va evitata:
- Non mangiare mai le bacche quando sono ancora acerbe. Possono, infatti contenere sostanze tossiche derivate dal cianuro. Del resto, quando si consumano frutti di bosco non ancora maturi, è sempre comunque valida la regola generale di cuocerli prima di mangiarli, onde evitare una spiacevole nausea. Infatti, la cottura distrugge le tossine potenzialmente presenti.
- Scegliere solo bacche di color viola scuro, i frutti rossi sono infatti velenosi.
- Evitare anche la corteccia del sambuco che ha effetti tossici. In tutti questi casi si potranno, infatti avere conseguenze gastro-intestinali, come crampi addominali, nausea, vomito e diarrea, insieme a vertigini, mal di testa, debolezza, tachicardia e convulsioni.
- Attenzione alle reazioni allergiche che possono essere causate dall’estratto di sambuco e che si manifestano sotto forma di improvvise eruzioni cutanee o di difficoltà respiratorie.
- In caso di gravidanza esiste la possibilità che il sambuco sia pericoloso. Meglio, allora essere prudenti ed evitare il consumo anche durante l’allattamento.
- Attenzione al cugino velenoso! Se volete avventurarvi nella raccolta di fiori, foglie, bacche di questo albero, bisogna stare molto attenti a non confonderlo con un’altra pianta velenosa della stessa famiglia, ovvero il Sambucus Ebulus (Ebbio). Ha fiori e frutti praticamente identici al sambuco “buono”, ma lo si può facilmente distinguere dall’altezza e dall’odore sgradevole dei fiori.