Lo scalogno (Allium ascalonicum) è una pianta originaria dell’asia Minore e possiede proprietà molto simili a quelle della cipolla, infatti appartiene alla stessa famiglia, Liliaceae, come l’aglio e l’erba cipollina.

I benefici dello scalogno, la coltivazione e i suoi usi in cucina

Esistono diverse specie con diverse dimensioni e colore: la varietà più pregiata è lo scalogno grigio, con un sapore delicato, quello giallo (Olandese) è fra i più simili alla cipolla, la varietà rosa è meno piccante, il brunorossastro è il più diffuso ed è quello romagnolo.  In Emilia Romagna lo scalogno è molto pregiato e possiede l’IGP (Indicazione Geografica Protetta)

Le proprietà terapeutiche dello scalogno sono attribuite all’allicina, una sostanza naturale antibiotica, antifungina e antinfiammatoria.

L’Allium ascalonicum è simile all’aglio ed è diviso in spicchi come l’aglio, ma in un unico involucro.
E’ una pianta che non fa fiori, quindi non si riproduce per impollinazione, ma occorre piantare i bulbi a Novembre.

Predilige terreni tendenti all’argilloso, ben drenati, ben dotati di potassio e sostanze organiche e soleggiati, senza richiedere particolari cure. Per seminare nello stesso terreno basta far passare del tempo, almeno un anno, anche dall’ultima concimazione, non ama le concimazioni eccessive; meglio ruotarlo con insalate o carote.
Lo scalogno fino a otto mesi può essere conservato sotto forma di tracce come l’aglio.

  1. E’ ricco di vitamine e acido folico

    Le vitamine presenti sono la A, la C (13% circa GDA), quelle del gruppo B, la B6 rappresenta il 17% del GDA e folati, importanti in gravidanza per prevenire malformazioni, ma a tutte le età perché essenziale per il funzionamento del sistema nervoso e per la produzione dei globuli rossi.

  2. Aiuta ad integrare i sali minerali essenziali

    Contiene minerali come il sodio, il calcio, il fosforo, il magnesio, il potassio, il ferro (8,6% GDA quantità giornaliera indicativa), il manganese, il rame (7,5% GDA), il selenio e lo zinco.

  3. Abbassa la pressione e riduce il rischio di malattie cardiovascolari

    Come l’aglio, lo scalogno contiene allicina, un composto solforato organico con odore pungente tipico, che apporta numerose proprietà. L’allicina è antibiotica, antifungina, riduce la pressione, ha un effetto antitrombotico, antinfiammatorio e antiossidante, quindi d’aiuto contro il rischio cardiovascolare.

  4. Contiene quercetina, un bioflavonoide indispensabile

    La quercetina appartiene al gruppo dei bioflavonoidi, e come l’allicina è una sostanza naturale in grado di agire positivamente contro nausea, asma e mal di testa.

  5. Favorisce la circolazione sanguigna e i capillari

    Le antocianine, che conferiscono il colore violaceo al bulbo, sono preziosi per i capillari e la circolazione.

  6. Efficace contro tosse e raffreddore

    Lo scalogno è utile per ridurre i sintomi del raffreddore, sotto forma di decotto facendo bollire uno scalogno, tagliato a fettine, in 100 ml di acqua, per 5 minuti. Per migliorare il sapore è possibile un cucchiaino di miele di eucalipto.

  7. Facile da digerire e non lascia alito cattivo

    Lo scalogno è più digeribile della cipolla e dell’aglio e non causa molti problemi all’alito, comunque nel caso, masticare del basilico, della menta o un chiodo di garofano aiuta,  anche la digestione.

Come coltivarlo, come conservarlo, cosa contiene, quando è utile, il decotto e gli usi

Il periodo ideale per la semina dello scalogno è in primavera quanto le temperature medie si aggirarono intorno ad i 10 °C. oppure durante l’autunno, se la stagione non è eccessivamente rigida.
La coltivazione dello scalogno non richiede particolari difficoltà o necessità, si consiglia di utilizzare un terreno fertile per ottenere il migliore risultato, possibilmente non eccessivamente argilloso e asciutto. Questa regola vale sia per la coltivazione in vaso che in orto, perché lo scalogno non richiede molta acqua.
Lo scalogno è una pianta annuale e si riproduce tramite i suoi bulbi, la sua semina è identica a quella dell’aglio e della cipolla e risulta molto semplice.

Come coltivare lo scalogno in orto:

Dopo aver arato la terra, tenete presente che lo scalogno deve essere interrato non eccessivamente in profondità e a circa 2 centimetri dalla superficie e con almeno 15 centimetri tra una pianta e un’altra. Se il terreno del vostro orto è sufficiente grande si consiglia inoltre di mantenere almeno mezzo metro tra una fila e l’altra per facilitare il movimento e la raccolta.

Come coltivare lo scalogno in vaso:

Piantare lo scalogno in vaso è molto simile all’aglio e alla cipolla. Si possono utilizzare anche parti di scarto oltre all’ortaggio, sebbene sia preferibile interrare un bulbo intero per garantire la sicurezza della semina.
Per quanto riguarda la forma dei vasi non c’è preferenza tra rotondi e rettangolari, a patto che non siano troppo piccoli è infatti preferibile non piantare troppo bulbi in un singolo vaso, perché lo scalogno richiede almeno dieci centimetri di spazio vitale.
Posizionate il vaso in una posizione ben illuminata ma non direttamente esposta al sole specialmente nelle ore più calde della giornata, specialmente nel periodo estivo o la pianta potrebbe morire.
Procedete innaffiando con moderazione e periodicamente una volta ogni due giorni, ma senza esagerare, perché lo scalogno non richiede abbondanza d’acqua.

Come raccogliere lo scalogno:

Il periodo migliore per la raccolta è tra giugno e luglio, se la semina è stata effettuata in primavera, altrimenti nei primi mesi di gennaio o febbraio se è cominciata in autunno.
La raccolta avviene estirpando i bulbi dal terreno, rimuovendo l’eventuale terra in eccesso e lasciando asciugarli per almeno 2 settimane. Per quanto invece riguarda la conservazione, è sufficiente un luogo asciutto e buio, a temperatura ambiente.
La crescita dello scalogno dura circa 4 mesi, e uno dei primi segni da tenere d’occhio è l’eventuale ingiallimento delle sue foglie che precede la raccolta.

L’uso in cucina dello scalogno

Lo scalogno era un tempo era molto utilizzato, in particolare in Emilia Romagna,  dove veniva mangiato crudo con pane e olio. Oggi è ancora molto diffuso nella tradizione francese ed emiliana rientrando in diversi piatti d’alta cucina e gastronomia raffinata, in particolar modo nei ristoranti michelin.

Questo ortaggio viene particolarmente utilizzato come la cipolla, nei soffritti, nelle zuppe, nelle torte salate e si cucina anche al forno, proprio come la cipolla.
Consumato cotto può risultare leggermente amarognolo mentre se consumato crudo mantiene tutte le sue proprietà nutrizionali.

 

 

Autore

Naturopata con master in comportamento alimentare e conoscenze in fitoterapia e reflessologia plantare. Appassionata da sempre di omeopatia, yoga e del mondo vegetale, soprattutto delle piante autoctone e del loro potere curativo e alimurgico, così come di alimentazione naturale e degli effetti sulla salute del nutrirsi secondo natura.