Nell’ultimo decennio sono aumentate in maniera esponenziale gli studi sulla vitamina D. Si sono trovati collegamenti tra deficit di vitamina D e diverse patologie croniche. Questo ha fatto sì che sempre più medici e scienziati facessero studi sulla presenza di deficit della vitamina D ed in casi accertati di iniziare una terapia integrativa. Si è assistito negli ultimi anni ad un aumento di prescrizioni di vitamina D con un incremento di oltre il 100% rispetto agli anni precedenti.
Da tempo è noto il ruolo della vitamina D nell’assorbimento intestinale del calcio e nella fisiologia del tessuto osseo; nuovi studi hanno portato ad ipotizzare un ruolo nella funzione muscolare, nella regolazione del sistema immunitario e perfino un’azione protettiva contro tumori e malattie cardiovascolari. Nonostante tutto i dati sono ancora contrastanti ed in studio.
Le funzioni della vitamina D
Il calciferolo nome chimico della principale vitamina D (ossia vitamina D2) appartiene al gruppo delle vitamine liposolubili e viene prodotto nell’uomo in seguito alle modificazioni indotte dalla luce del sole e dai raggi ultravioletti a carico del 7-deidrocolesterolo. La vitamina D viene immagazzinata nel fegato e nei tessuti adiposi. Ciò significa che un aumento del grasso corporeo ha la capacità di assorbire questa vitamina ed impedirne l’utilizzo nel corpo.
La funzione del calciferolo e dei suoi metaboliti è di mediare e favorire l’assorbimento intestinale del calcio e del fosforo, di mediare il metabolismo del calcio nelle ossa e, probabilmente l’attività muscolare, contribuendo in particolare al processo di ossificazione e alla prevenzione dell’insorgenza del rachitismo; promuove inoltre l’assorbimento del ferro e del cobalto.
La vitamina D (calciferolo) è quindi necessaria alla formazione delle ossa e all’accrescimento, ma ha anche altre funzioni. Aiuta a gestire i livelli di zucchero nel sangue e può prevenire il diabete; secondo uno studio del 2015 pubblicato su Current Diabetes Review la vitamina D ha effetti benefici sul diabete di tipo 2 : incluso l’incidenza, il controllo e le complicanze della malattia.
Ci sono anche prove che collegano bassi livelli di vit.D al diabete. Il calcio è necessario per la secrezione dell’insulina e la vitamina D ne promuove l’assorbimento, contribuendo quindi alla regolazione della secrezione di insulina. Si è inoltre evidenziato da diversi studi che la vitamina D influisce ed aiuta la nostra capacità di concentrazione, apprendimento e memoria. E’ stato dimostrato che soggetti con bassi livelli di vitamina D avessero basse prestazioni intellettuali e difficoltà di concentrazione e memorizzazione.
Poiché agisce come un ormone all’interno del nostro corpo, influenza la funzione cerebrale ed, aiuta a migliorare l’umore. La carenza di vitamina D è stata collegata ad un aumentato rischio di disturbi dell’umore come: sbalzi d’umore, ansia, insonnia, depressione. Bassi livelli di questa vitamina possono anche interferire con la corretta produzione di testosterone ed estrogeni portando a squilibri.
Quando il corpo viene esposto ai raggi ultravioletti del sole, una sostanza liposolubile della pelle viene convertita in questa vitamina, che è poi trasferita nel circolo sanguigno.
Dove si trova la vitamina D
- Fonti alimentari: pochi sono gli alimenti che contengono vitamina D in quantità rilevanti, gli alimenti più ricchi sono il fegato, olio di pesce, pesce di mare (sardina, sgombro, aringa, tonno, salmone) e tuorlo d’uovo e in quantità minore è presente nei funghi e nel latte. La vitamina D è relativamente stabile e viene alterata poco da conservazione e cottura.
- Fonti naturali: la luce solare – l’efficacia della esposizione è minore se il cielo è nuvoloso o se la cute è fortemente pigmentata. Le persone dalla pelle scura che vivono nei climi temperati hanno dimostrato di avere bassi livelli di vitamina D, probabilmente per una minore efficienza nella sua produzione causata dall’abbondante melanina nella pelle, che ostacolerebbe la sintesi della stessa.
Il vetro blocca i raggi UV e allo stesso modo l’impiego di filtri solari altamente protettivi. L’esposizione al sole non causa ipervitaminosi perché la vitamina D prodotta in eccesso viene distrutta nella cute.
Ecco alcuni esempi di esposizione efficace:
con le seguenti esposizioni non è stato riscontrato alcun incremento del rischio di tumori cutanei.
- Nella stagione estiva l’esposizione di viso, collo e degli arti per 10-15 minuti per 2-3 volte a settimana induce una produzione sufficiente di vitamina D
- In primavera ed autunno (con esposizione limitata al viso e all’avambraccio-mano) sono necessari 20-30 minuti per 3-4 volte a settimana
- “Prendere il sole” in costume da bagno fino ad un lieve eritema equivale all’assunzione di circa 10.000-25.000 Ul di vitamina D (pari a 40-100 gtt. dei preparati di colecalciferolo)
- Trascorrere oltre 7 giorni in un soggiorno marino riduce il rischio di ipovitaminosi D nel corso dell’anno.
Sia la vitamina D introdotta con gli alimenti, sia quella prodotta nella pelle, sono biologicamente non attive e richiedono necessariamente l’intervento di un enzima proteico capace di convertirle nella forma biologicamente attiva. Ciò avviene nel fegato e nei reni. Poiché la vitamina D può essere sintetizzata in quantità adeguate dalla maggior parte dei mammiferi sufficientemente esposti alla luce solare, non andrebbe considerata un fattore dietetico essenziale – quindi non dovrebbe nemmeno essere considerata una vitamina.
Ha piuttosto le caratteristiche di un pro-ormone attivabile nell’ormone calcitriolo, il quale circola come un vero e proprio ormone nel sangue; esercitando un ruolo molto importante nell’omeostasi e nel metabolismo del calcio e del fosfato, regolandone le concentrazioni nel sangue e promuovendo la crescita fisiologica dello scheletro, il rimodellamento osseo e prevenendo la degenerazione con l’età senile. Il calcitriolo ha inoltre altri ruoli, tra cui la riduzione delle infiammazioni, sulla crescita cellulare, e su varie funzioni neuromuscolari e immunitarie.
Fabbisogno giornaliero
In condizioni normali l’esposizione alla luce solare è sufficiente per soddisfare i bisogni di vitamina D dell’organismo. Tuttavia se si hanno delle carenze è necessaria un’integrazione.
Di seguito riporto tabella dei livelli raccomandati dall’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare:
Età | Assunzione adeguata | Dose massima tollerabile |
Bambini 0-12 mesi | 10 mcg | 25 mcg |
Bambini 1-10 anni | 15 mcg | 50 mcg |
Bambini 11-17 anni | 15 mcg | 100 mcg |
Adulti | 15 mcg | 100 mcg |
Gravide e nutrici | 15 mcg | 100 mcg |
Carenza di vitamina D
Una carenza reale di questa vitamina è valutabile con analisi del sangue confermato da basse concentrazioni.
Una dieta carente di vitamina D in combinazione con un’esposizione solare inadeguata provoca osteomalacia nell’adulto e rachitismo nel bambino, che consistono nella rarefazione del tessuto osseo.
L’osteomalacia è una malattia degli adulti che deriva dalla carenza di vitamina D. le caratteristiche di questa malattia sono l’indebolimento delle ossa, che porta alla flessione della colonna vertebrale, l’incurvatura delle gambe, la debolezza muscolare, la fragilità ossea con un aumentato rischio di fratture. L’osteomalacia riduce inoltre l’assorbimento del calcio e aumenta la demineralizzazione ossea. Ma vediamo qui di seguito più specificatamente i segni di carenza di vitamina D.
- Riduzione sierica di calcio e fosforo
- Iperparatiroidismo secondario e aumento della fosfatasi alcalina nel siero
- Inadeguata mineralizzazione dello scheletro (rachitismo nei bambini, osteomalacia negli adulti)
- Debolezza muscolare
- Dolori addominali
- Dolori a livello del tratto dorso-lombare della colonna vertebrale, della cintura pelvica e delle cosce
- Densità ossea estremamente bassa e presenza di pseudo-fratture, specialmente alla spina dorsale, femore e omero
- Aumentato rischio di fratture soprattutto al bacino e ai polsi
- Andatura insicura e fragilità ossea
Diversi studi fondamentali su questi stati di carenza sono stati fatti in Gran Bretagna all’inizio del XX secolo. Quando una fitta nube di smog, proveniente dalle fabbriche, impediva alle radiazioni solari di raggiungere le case degli operai di una certa area, i bambini di quella zona sviluppavano ingrossamento delle giunture, incurvamento delle ossa lunghe, deformazione della colonna vertebrale e un ingrossamento delle giunture costo-condriali, detto rosario rachitico per il suo aspetto, tutte caratteristiche del rachitismo.
Integrazione
Uno studio pubblicato nel Journal of Endocrinology and Metabolism ha scoperto che la vitamina D3 era quasi due volte più efficace nell’aumentare i livelli di vitamina D nel sangue rispetto alla vitamina D2. Per questo motivo si consiglia di scegliere un integratore che abbia anche la vitamina D3 per ottimizzare l’assorbimento ed ottenere il massimo dell’assimilazione.
Quindi l’assunzione di un integratore con vitamina D3 è il miglior modo per aumentare l’assorbimento di calcio, promuovere la salute di ossa, sostenere la gestione del peso forma e tanto altro.
In questo caso, un valido integratore di vitamina D è DeKoro di Named in formato spray, integratore alimentare a base di vitamina D (calciferolo), vitamina D3 (colecalciferolo) e vitamina K per il mantenimento di ossa forti e per la normale funzione muscolare oltre a supportare e rinforzare il sistema immunitario.
Facile da assumere, erogato direttamente in bocca, fino ad un massimo di tre erogazioni al giorno.
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Precauzioni
Come nel caso della vitamina A, l’iperdosaggio di vitamina D può essere molto dannoso, provocando aumento della calcemia fino ad arrivare a gravi turbe cardiache e renali.
I sintomi di ipervitaminosi sono perdita di peso, nausea, vomito e diarrea. In casi gravi, quantità tossiche di questa vitamina possono causare depositi di calcio nei tessuti molli, per esempio nei reni. Questi possono essere seguiti da poliuria, polidipsia, insonnia, nervosismo, debolezza, prurito e, infine insufficienza renale. Altri sintomi di un eccesso comprendono ritardo mentale nei bambini piccoli, crescita e formazione anomala delle ossa, irritabilità, depressione grave.