Il ferro è uno dei minerali fondamentali per il nostro organismo, basti pensare che è presente nel nostro corpo in una quantità pari a 4/5 grammi ed interviene in numerosi processi biologici fondamentali. Attraverso le feci, la bile e l’urina perdiamo una quantità variabile di ferro che va da 1 a 2 mg al giorno; per questo motivo l’assunzione giornaliera aiuta a compensare queste perdite fisiologiche. L’organismo assorbe in minima parte il ferro che assumiamo per cui dovremmo integrare una quantità 10 volte superiore al nostro fabbisogno, unitamente alla vitamina C e al rame che ne favoriscono l’assorbimento.
I soggetti più a rischio di carenza sono i bambini, gli anziani ma soprattutto le donne (anemia sideropenica: dovuta in particolare al ciclo mestruale). Esistono anche cause diverse come la perdita ematica a livello gastrointestinale – dovuta a gastrite o ulcera gastroduodenale – e le malattie infiammatorie intestinali (emorroidi, diverticoli, polipi dell’intestino). Anche alcuni farmaci come antinfiammatori o cortisonici se utilizzati per lunghi periodi possono essere un’origine di carenza. Altre cause possono essere la gravidanza, l’allattamento e l’attività sportiva intensa in età della crescita o in età senile.
E’ fondamentale quindi identificare precisamente qual è la causa all’origine della carenza di ferro, in modo da intervenire in maniera selettiva specialmente se la carenza è dovuta ad una perdita di sangue.
I sintomi sono molteplici tra cui depressione, sbalzi d’umore, affaticamento e debolezza, fragilità delle unghie con caduta dei capelli, pressione bassa, insonnia, capogiri al mattino e formicolii degli arti. Vediamo nel dettaglio quali sono i segni generali tipici della carenza di ferro:
- Occhiaie, pallore della pelle e delle mucose
- Difficoltà di concentrazione e scarsa memoria
- Difese organiche ridotte
- Stanchezza, ridotta resistenza allo sforzo fisico e forte tendenza allo svenimento
- Dolore del cavo orale e della lingua
- Vertigini, ronzio auricolare e sensazione di instabilità
- Cefalea pulsante
Le fonti naturali di ferro si dividono in due categorie fondamentali:
Fonti contenenti ferro emico: carne e pesce, contenenti ferro a facile assorbimento;
Fonti contenenti ferro non emico: vegetali, contenenti ferro difficilmente assorbibile.
Esistono alcuni estratti vegetali che riescono tuttavia a integrare la carenza in maniera più fisiologica, specialmente se rapportati ad alcuni preparati in commercio contenenti ferro dalla scarsa digeribilità e con svariati effetti collaterali.
Tra i vegetali ricchi di ferro, vitamine e Sali minerali troviamo:
- Spinaci: oltre al ferro contengono vitamine e sali minerali come magnesio, potassio, fosforo, rame e calcio. Sono in grado di stimolare le difese immunitarie e di depurare l’organismo.
- L’Ortica: è ricca di acido folico e ferro ma anche di clorofilla, vitamine e minerali. Ricostituente e mineralizzante, ha una forte attività diuretica e antireumatica.
- Il Crescione: contiene vitamine C, E, B2 ma anche ferro, fosforo, manganese, zinco, iodio, calcio e rame. Appartiene alla famiglia delle Crocifere e per questo motivo ha proprietà ricostituenti e stimolanti.
- Tarassaco: i suoi componenti principali sono ferro, calcio e magnesio. È da sempre considerato un rimedio utile in caso di anemia e può essere consumato come estratto fitoterapico, sotto forma di tisana o anche in insalata utilizzandone i fiori.
- Barbabietole: La barbabietola ha un’alta quantità di ferro, fibre, calcio, potassio, zolfo e vitamine. Sono in grado di integrare questi elementi ma allo stesso tempo purificano e disintossicano il liquido ematico. Grazie al suo alto contenuto di saponine è in grado di diminuire gli eccessi di colesterolo. Si possono consumare cotte o in insalata ma si può anche preparare un frullato da bere una o due volte al giorno.
Altre due fonti contenenti ferro non emico sono la frutta secca a guscio come mandorle, anacardi, noci e pistacchi e la frutta secca come albicocche, prugna e datteri.
Anche l’alga spirulina è un valido aiuto, oltre ad essere ricca di ferro contiene una grande quantità di proteine e vitamine del gruppo A, E e B. Può essere utilizzata a crudo, in aggiunta a insalate o sotto forma di integratore. Contiene iodio quindi non è indicata per chi soffre di ipertiroidismo.
Tutti gli alimenti ricchi di tannini sono in grado di ridurre fino al 60% l’assorbimento del ferro, in particolar modo se consumati in prossimità dei pasti. Per questo motivo vanno banditi cioccolato e al vino.