La temperatura dei cibi e la relazione con la flora batterica intestinale
La tossicità degli alimenti deriva per lo più da alcuni componenti aggiuntivi come i conservanti, gli addensanti, i coloranti, gli esaltatori di sapidità ecc., ma anche dalla temperatura di cottura degli stessi.
Più si innalza la temperatura e più si manifesta la degradazione dei principi nutritivi.
I cibi cotti ad alte temperature sono, generalmente, i fritti, le carni alla brace ed i salumi alla piastra come il bacon di molti panini venduti nei fast food, ma vi è un cibo che viene cotto a temperatura molto elevata che è la famosa pizza!
Il forno a legna da pizza è costruito con mattoni refrattari per cui la cottura avviene con calore a rifrazione, estremamente elevato.
Le temperature che si raggiungono nei forni a legna ( e non solo), vanno dai 360 ai 450° C.
A queste temperature si formano moltissime sostanze dannose come le nitrosamine, amine eterocicliche aromatiche (AEA ) da proteine, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), come il benzopirene dalla farina, acrilamidi dalle verdure in particolar modo dalle patate e dagli asparagi, acroleine dai grassi come l’olio ( trigliceridi), gli age prodotti dalla glicazione avanzata, una reazione che riguarda gli zuccheri (amidi) e gli aminoacidi e così via, tutte quante sostanze classificate come genotossiche, in poche parole potenziali oncogenetici.
Queste sostanze risultano fortemente ridotte e probabilmente anche totalmente eliminate dai batteri probiotici che alloggiano nell’intestino tenue, cioè i bifidobatteri.
Risulta estremamente importante l’assunzione di miscele di bifidobatterI umano- compatibili e non di sintesi al fine di contrastare efficacemente tutti i sovraccarichi tossici.
La carne e la relazione con i bifidobatteri
La tecnologia dei prodotti a base di carne sia fresca che stagionata conferisce alla stessa delle caratteristiche organolettiche molto invitanti ( sapore, colore, forma) , un alto valore nutrizionale ed anche una ottima conservabilità nel tempo; salumi compresi.
Ne risultano quindi prodotti bellissimi alla vista ma fortemente ricchi in sostanze azotate provenienti dalla demolizione digestiva delle proteine, dalla formazione di AMINE durante la stagionatura e, quando utilizzati, dai nitrati e dai nitriti.
Quando si ingerisce una eccessiva quantità proteica, gli aminoacidi in esubero sono trasportati al fegato dal piccolo intestino e, tutto questo sovraccarica il fegato.
Le carni sono in grado di modificare la composizione della flora intestinale.
I bifidobatteri una delle due famiglie dominanti a livello intestinale, classificate come difensive e modulanti il sistema immunitario, possono giocare un ruolo determinante nella riduzione dell’ammoniaca con conseguente eliminazione del carico di scorie azotate.
I bifidobatteri debbono essere compatibili con il sistema uomo dal momento che le flore batteriche sono specie-specifiche e non universali.
In una alimentazione a base di carne e suoi derivati, è estremamente importante l’integrazione di fermenti bifidogeni.