In questi giorni invernali di “stagnazione”, mi capita di passeggiare lungo la carraia che attraversa i campi dietro casa, dove le vigne aspettano immobili e nude l’arrivo della primavera, quando le gemme ancora invisibili sui rami partoriranno nuove foglie e nuovi fiori. L’acqua caduta dal cielo come pioggia sulla terra fredda e secca ha formato grandi pozzanghere fangose.

Questa immagine di “freezing” della natura mi ha richiamato alla mente, per analogia, la personalità di chi si trova intrappolato in una condizione di staticità, in una “palude esistenziale” da cui non riesce a uscire.

Per molti questo problema si manifesta in relazione al peso e all’immagine che hanno del proprio corpo: si tratta perlopiù di persone che hanno già sperimentato nel tempo diversi tipi di diete, ma che poi hanno visto fallire ogni tentativo perché non hanno “raggiunto l’obbiettivo” (già parlare di obbiettivi mette ansia!) oppure perché i chili persi sono stati ripresi a breve/medio termine con gli interessi.

Che cosa non ha funzionato? È facile pensare che la dieta sia stata inefficace o che il dietologo o il nutrizionista non siano stati all’altezza delle aspettative! Ma se continuiamo ad attribuire agli altri o agli eventi la responsabilità dei nostri fallimenti o se ci facciamo assalire dal senso di colpa per non aver aderito alle nuove regole alimentari,la conseguenza è questa: non andiamo da nessuna parte, non cresciamo, restiamo “congelati” dai nostri pregiudizi.

Cos’è la dieta psicosomatica e perché è diversa

La dieta psicosomatica di cui desidero parlare non è una delle tante “diete dimagranti”, ma un vero e proprio “viaggio” che porta a modificare profondamente il rapporto con il cibo e con sé stessi, partendo dal principio che il corpo e la mente costituiscono un’unità inscindibile.

È un percorso che riallinea pancia, cervello e cuore. Il nostro corpo non può diventare snello se anche i nostri pensieri e le nostre emozioni non acquisiscono leggerezza. L’immagine che abbiamo di noi è in fondo sempre la stessa: vogliamo essere un “bruco magro” anziché compiere lo sforzo di trasformarci in una farfalla e finalmente ammirare la nostra bellezza per spiccare il volo verso la felicità, che è semplicemente per me una condizione interiore di pace e di amore incondizionato verso sé stessi.

Ho parlato di sforzo perché cambiare in questo senso, da dentro, nel profondo, non è un’operazione facile. Ma questa è la sola via di successo, non solo per mantenere un peso corporeo che ci faccia sentire a nostro agio, ma anche per esprimere la nostra essenza e i nostri talenti. Potremmo dire la nostra identità primigenia, quella che ci ha contraddistinto sin dal principio, il seme dal quale può germogliare solo e soltanto la pianta che ci rappresenta. Se io sono una ghianda, come potranno gli altri pretendere da me che io diventi un melo e non una quercia? Potrò mai chiedere a me stessa per tutta la vita di cercare di assomigliare a qualcosa che non sono, senza che ciò provochi una sensazione continua di tensione, di grande sofferenza, un senso di disamore lacerante? La prima cosa necessaria da fare per acquistare una forma fisica che ci soddisfi è dunque iniziare un viaggio dentro sé stessi per scoprire chi veramente siamo e cosa vogliamo.

La dieta psicosomatica ha una durata di 9 giorni, come 9 sono i mesi della gravidanza, proprio per sottolineare il valore simbolico della finalità di questa dieta: rinascere a sé stessi.

Inizia alla sera, il momento cioè in cui si  rievoca il “tramonto della mente”, l’insieme di condizionamenti consci o inconsci che ci hanno portato a considerare il cibo come uno strumento per riempire un vuoto affettivo nelle relazioni, per compensare lo scarso amore per sé stessi o assecondare il desiderio di trasgressione. Durante la propria esistenza, attraverso questi irretimenti, si è perso di vista il vero significato del cibo, come qualcosa di necessario per vivere e per nutrire la nostra essenza e le nostre cellule, tanto da trasformarsi in corpo e identificarsi con noi.

”Noi siamo quello che mangiamo” diceva il filosofo Ludwig Feuerbach. Dunque ciò che viene introdotto nel nostro organismo non influenza soltanto il corpo, ma anche i processi energetici, psicologici e spirituali e impatta sulla nostra identità.

Nel corso dei nove giorni, si parte dal digiuno per riscoprire la propria dimensione spirituale che, rispetto a quella corporea, necessita di “altro nutrimento”, ovvero ha bisogno di individuare e metabolizzare che cosa davvero desideriamo per noi stessi.

Quindi nella preparazione dei pasti si inseriscono le diverse categorie alimentari in fasi successive, rispettando un linguaggio analogico- simbolico.

Dapprima si assaporano i tuberi e le radici, per ricordarci di ripartire dalle nostre origini per modificare il nostro stile di vita: portando armonia nella relazione con i nostri genitori o in generale nel sistema familiare si creano le fondamenta del nostro benessere.

Poi si introducono i semi (cereali e legumi) e il pane, che rievocano il ciclo vitale e simboleggiano le fasi successive del nostro processo di crescita interiore.

A metà percorso compaiono i GERMOGLI, che rappresentano l’energia embrionale totipotente, che ci ricorda come anche dentro di noi questa forza vitale sia in grado di rinnovarci in profondità.

I benefici dei germogli

I germogli sono un cibo estremamente interessante che acquista un grande valore energetico e nutrizionale grazie all’elevata concentrazione di aminoacidi, carboidrati, enzimi, sali minerali e vitamine (A, B, C, D,K, coenzima Q10) che agiscono come antiossidanti e “biogenici”, cioè favorevoli alla vita, nella misura in cui promuovono il metabolismo e il rinnovamento cellulare.

Noti sin dal terzo millennio a.C. in Medicina tradizionale cinese, sono connessi al movimento Acqua perché ottenuti dai semi per azione dell’acqua: nutrono i Reni e il nostro Jing, la nostra energia originaria. I semi più usati e venduti per produrre i germogli sono quelli di alfalfa (cioè erba medica), ravanello, aglio, broccolo, lino, senape, girasole, crescione e porro. Tra i legumi si possono usare i fagioli azuki, i fagioli comuni, le lenticchie, i ceci, i piselli e le arachidi; tra i cereali, i chicchi di riso, grano, orzo e farro.

Cambiano, a seconda della specie, le caratteristiche nutrizionali, energetiche e organolettiche: alcuni hanno un sapore dolce, che nutre anche la loggia Stomaco-Milza, altri piccante e in questo caso i germogli avranno affinità con il Polmone oltre al Rene.

Come coltivare i germogli a casa

Si possono coltivare a casa, per esempio utilizzando semplicemente un barattolo di vetro in cui lasciare in ammollo un cucchiaio di semi per 6/12 ore e fissando con un elastico una garza sull’ imboccatura del barattolo.

A questo punto si scola l’acqua dell’ammollo (la garza impedisce la fuoriuscita dei semi) e si mantiene il barattolo al buio, a una temperatura non superiore ai 20°C, ricordando di sciacquare il contenuto e scolare l’acqua una o due volte al giorno. Nel giro di una settimana si otterranno i germogli con grande soddisfazione. Oppure si può acquistare un germogliatore (ne esistono in commercio di diverse tipologie), strumento che garantisce condizioni ottimali di germinazione.

La dieta psicosomatica e il ritorno alla natura

Ritornando alla nostra dieta psicosomatica, si aggiungono per ultimi, alla lista dei cibi, la frutta e la verdura di stagione, provenienti da coltivazioni “a chilometro 0”, per riconnetterci alla ciclicità dei ritmi della natura e alla terra come Madre in cui abbiamo posto “le nostre radici”. Il percorso si conclude con un cibo strettamente correlato alla maternità: il latte (può essere utilizzato anche quello vegetale) che simboleggia il nutrimento primordiale, la sola garanzia di nuova vita.

La dieta psicosomatica rappresenta un vero e proprio rituale e, come tale, si avvale anche di pratiche meditative che consentono di riscoprire e nutrire d’amore il proprio bambino interiore, tornando così alla propria “magrezza embrionaria”: solo abbandonando la vecchia immagine di noi stessi possiamo immaginare un nuovo sé che risponde ai nostri desideri.

Il percorso prevede anche l’utilizzo di tisane lassative, depurative e drenanti, di bagni “purificatori” eseguiti mediante piante e oli essenziali come quelli di melissa, cipresso, arancio e l’assunzione per via orale di soluzioni a base di fiori di Bach o australiani che aiutano a ricontattare la nostra forza spirituale, mantenendoci tranquilli, amorevoli e determinati nel processo di cambiamento.

Si apprendono anche esercizi di consapevolezza, tramite i quali si rallenta l’approccio al cibo, che non viene più portato alla bocca distrattamente e con gesti automatici. Il cibo riconquista la sua dimensione di sacralità e viene percepito con tutti e cinque i sensi: la vista, il tatto, l’odorato, il gusto e l’udito (ascolto come mastico il cibo).

Si dedica tempo e rilassatezza al momento del pasto, vissuto nella dimensione del “qui e ora”, ricordando che non è il cibo a dominare la nostra volontà, ma che siamo noi ad avere il pieno controllo di come e quando e con quali cibi desideriamo nutrirci.

Se ascoltiamo le istanze della nostra anima, amiamo e rispettiamo la nostra identità e unicità, sentiremo che il cibo non è solo appagamento, trasgressione o una “caloria affettiva”. Avremo così realizzato pienamente la nostra rinascita corpo-mente-emozioni, garanzia di vera e duratura rigenerazione e sano rapporto con il cibo per il nostro benessere.

Autore

Farmacista e naturopata Riza ad indirizzo psicosomatico Redattrice di articoli di medicina integrata destinati a riviste periodiche Relatrice di corsi di omeopatia per conto di aziende di settore Ho trascorso trent’anni della mia vita professionale in farmacia. Sostenuta dalla passione per la Medicina integrata e psicosomatica, ho frequentato numerosi corsi e Scuole e ho lasciato il lavoro di farmacista dipendente per realizzare un sogno: ho inaugurato il mio studio di consulenza IL GIARDINO SEGRETO. In questo spazio di ascolto sento di onorare le mie antiche origini di Alchimista e posso dedicarmi completamente alla relazione d’aiuto che ho sempre percepito come una missione. Il mio approccio olistico è basato sulla lettura e interpretazione di segni e sintomi del corpo, che rivelano il complesso e affascinante mondo delle emozioni. L’omeopatia, la fitoterapia, l’oligoterapia, la floriterapia, i cristalli, il massaggio psicosomatico e Reiki, la meditazione, l’iridologia familiare sistemica, la riflessoterapia e l’alimentazione rispettosa della costituzione unica e irripetibile di ciascun individuo sono gli strumenti di cui mi avvalgo per accompagnare chiunque desideri mantenere o riconquistare il proprio benessere, creando un percorso esclusivo di trasformazione e rinascita alchemica. Tel: 3666203854 Email: ilgiardinosegreto121@gmail.com Via San Savino, 121 48034 Fusignano (RA)